SLP -CISL: Festa della Liberazione – come eravamo, come siamo

25 aprile, giornata dedicata al ricordo per la fine del nazifascismo, è stata registrata una violenta scossa di terremoto con epicentro ad Acquaviva Collecroce, nei pressi Montefalcone del Sannio e Larino. Le forze di polizia, Vigili del fuoco e Protezione civile, che stanno facendo verifiche, dopo la scossa di terremoto, al momento, per fortuna, non segnalano danni.
In questa giornata il Segretario della CISL Poste Antonio D’Alessandro riflette sui cambiamenti della società, sulle prospettive di questi anni di difficoltà, sulla crisi di valori umani, sociali e personali che ci sta coinvolgendo sempre più. Non siamo più quelli che eravamo solo qualche anno fa. Proviamo a riflettere su come siamo diventati oggi. Non possiamo negare di essere diversi, di essere cambiati, di esserci fatti condizionare da tante situazioni, reali o imposte, non si può negare che nostro modo di essere è diventato egocentrico ed egoistico, che riusciamo a muoverci solo se c’è un tornaconto personale, che si parla di collettività ma, proprio mentre ne parliamo, pensiamo al modo di trarne un’utilità, a come avvantaggiarci rispetto agli altri, parliamo di bene comune e nello stesso tempo pensiamo a noi stessi e a come poterne ricavare qualcosa di vantaggioso.
È necessario – afferma Antonio D’Alessandro – un cambiamento radicale, forte, importante, un cambiamento sociale, culturale e personale che deve pervadere il nostro cuore sino a
raggiungere la nostra mente. Se continuiamo così, se non cambiamo rotta, siamo destinati a spegnerci come collettività, poiché nel personalismo ci autodistruggeremo da soli.
Il nostro pensiero deve andare, non solo al passato, ma soprattutto alle prossime generazioni, che crescono in questo contesto sociale e culturale in cui esiste solo il materialismo, si guarda solo la convenienza, dove il passo lo si fa solo se si trova il giusto riscontro materiale e prevale il calcolo e la strategia. Oggi – continua i Segretario della CISL Antonio D’Alessandro – non è di moda fare le cose per il gusto e il piacere di farle, disinteressatamente e con altruismo e spirito di condivisione, probabilmente anche commettendo errori ma pensando di fare ciò che è giusto, sbagliando con il cuore.
L’attuale classe dirigente è vissuta in questo contesto e ne ha assorbito principi e valori, pertanto oggi raccogliamo ciò che abbiamo seminato né le istituzioni, né la famiglia, né l’istruzione ed i canali informativi e culturali possono essere punti di riferimento per noi e le nuove generazioni.
È necessario agire nel piccolo, sull’individuo, dando esempi personali di correttezza, di onestà, di lungimiranza. Non sarà facile ma – asserisce Antonio D’Alessandro -, a poco a poco, dovremo impegnarci come singoli a cambiare il nostro modo di essere, a vivere nelle regole e con solidarietà rispetto a chi ci sta vicino, con i propri familiari, ma anche con gli amici, con i vicini di casa, con i colleghi, con tutti gli altri, siano essi un gruppo, siano esse una categoria, siano essi un intero popolo. Quando troveremo il modo, la capacità e la forza di gioire nello stare insieme, dando la mano a chi rimane indietro anche solo di qualche metro, solo allora potremo affrontare con determinazione qualsiasi ostacolo e sfida, con la sicurezza che abbiamo sempre dimostrato come esseri umani. L’uomo, infatti, ha sfidato oceani, attraversati cieli, visto oltre l’immaginario, oltre lo spazio, ha inventato di tutto e di più ma, nello stesso tempo, si è chiuso in se stesso perdendo quello spirito di unione e fratellanza che permette di andare oltre i confini del proprio essere.
Antonio D’Alessandro finisce dichiarando che sta a noi decidere se continuare a vivere
nell’oscurità oppure ritrovare la luce, se preferire l’anonimato del nostro egoismo oppure ritrovare la gioia dell’unione con le altre persone. Sta a ognuno di noi, nell’intimità del proprio essere, scegliere cosa voler diventare domani!

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