Primarie Pd: in Molise Frattura vince la mano

Frattura 2Nel giorno del trionfo annunciato di Matteo Renzi in Molise le primarie del Partito Democratico portano il nome di un chiaro vincitore locale: il Presidente della Giunta Paolo Frattura. Il “renziano da sempre” Frattura con abilità ha convogliato tutta il suo blocco elettorale (che non era spesso Pd, o non aveva niente a che fare con il Pd, come l’entourage di Aldo Patriciello) sulla sfida delle primarie ed ha ottenuto una sonora vittoria sul blocco egemone in Molise, quello di Roberto Ruta e di Danilo Leva. Operazione riuscita che permette a Frattura di acquisire peso e potere nella dimensione partitica, quella che sinora lo aveva tenuto quasi ostaggio nella esperienza di governo regionale. Non a caso Frattura, che è un uomo resiliente e un grande tattico, punta ora a demolire anche la segreteria regionale del Partito democratico, auspice  lo scazzo dei giorni precedenti con lo stesso Danilo Leva.

Ma in questa sede quello che interessa forse non è tanto una delle ricorrenti lotte di potere tra cordate della politica molisana. Qui quello che interessa è altro. Renzi a livello nazionale ha impostato tutto il suo percorso politico sulla necessità di cambiamento, sulla necessità di una politica nuova, non più vista come mera opportunità di vita agiata per chi la pratica ma come responsabilità nei confronti della gente che sceglie. Anche per lui oggi si pone il problema di passare dalle parole ai fatti, tramutando l’oceanico consenso di domenica 8 ottobre in prassi quotidiana di rinnovamento di un’Italia malata e corrotta. Per Frattura si pone la stessa sfida. I primi nove mesi del suo governo sono stati mesi timidi, di studio, di comprensione e non certo di azione. Ha tutte le giustificazioni per questo. Ereditava un sistema completamente corroso creato in dieci anni di governo di Michele Iorio, aveva vinto con una santa alleanza in cui erano presenti parti di quel sistema che doveva cambiare, era politicamente intrappolato da un Partito Democratico egemone e a lui sostanzialmente estraneo (aveva preso la tessera del Partito Democratico solo qualche mese prima delle elezioni). Ma ora, dopo le primarie di domenica, Frattura ha sicuramente più spazio di azione. Ed è in questo spazio che si è saputo creare che ora si gioca la vera sfida del suo futuro politico. Frattura avrà un senso nel Molise e per il Molise se cambierà profondamente modi, metodi e cultura di gestione del potere e della politica. Per fare questo dovrà in primis cambiare lui. Dovrà essere meno istintivo, meno rancoroso, più inclusivo nei fatti e non solo nelle parole. Ma su questo abbiamo pochi dubbi. L’ambizione e l’intelligenza non gli difettano, può modificare gli spigoli di un carattere non sempre facile. Più complessa è far cambiare gli altri, perchè si tratta di operazione dolorosa e a volte traumatica. Se vuole un posto nella storia Frattura dovrà rottamare quel sistema democristiano di spartizione delle risorse di cui anche lui alla fine è figlio. Dovrà quindi acquisire una leadership autonoma che lo dovrà portare a scelte complicate e spesso non capite. Basti pensare al ruolo della sanità privata nel Molise che, così com’è, non va. Dovrà premiare i talenti e le capacità locali, evitando che vadano fuori da questa regione, a prescindere se lo votano o meno. Dovrà rinunciare alla comodità di un cerchio magico di fedelissimi per affrontare la navigazione procellosa con chi sa o sa fare a prescindere dalle frequentazioni. Insomma dovrà essere leader vero e puro. Con la vittoria di ieri, vittoria tattica importante, ha messo le basi anche per una vittoria strategica, capace di salvare il Molise da un periodo oscuro di depressione e abbrutimento culturale e sociale. Se la vorrà cogliere  dipenderà principalmente da lui, e non da semplici alleanze di circostanza.

Commenti Facebook