In quell’occasione venne anche concertato un incontro tra l’assessore ed il segretario del ministro per l’ambiente Orlando, Michele Fina. L’abboccamento, da tenersi a Sulmona il 5 novembre in occasione di un convegno internazionale sul lupo con lo scopo di notificare gli intendimenti dell’esecutivo politico, viene clamorosamente bucato dall’assessore Facciolla che non solo non si presenta all’appuntamento, ma si sottrae ai successivi solleciti a prendere contatto con i vertici del ministero.Appare del tutto evidente, a quel punto, l’impossibilità da parte del ministro Orlando, messo di fronte all’improvviso dietro front, ad assumersi la responsabilità di inserire il Matese nel provvedimento che istituiva i nuovi parchi. Allo stesso tempo, come se niente fosse, il presidente Frattura intervenendo alla conferenza sulla Green Economy, tenutasi a Roma il 12 dicembre presso l’aula magna dell’università La Sapienza, si lancia in ostentati apprezzamenti sul binomio aree protette/sviluppo delle economie locali affermando che “è evidente che un green new deal, una nuova economia orientata alla sostenibilità, alla tutela dell’ambiente, alla valorizzazione delle aree naturali, rappresenta una delle vie principali per ragionare di sviluppo” e aggiunge “sono i numeri, risorse e occupati ‘verdi’, a imporci ragionamenti concreti sui temi della biodiversità, delle aree protette e della green economy”.A questo punto una domanda sorge spontanea “Ma a che gioco stanno giocando Frattura e Facciolla?”. Esiste una autentica volontà di tutelare e valorizzare il Matese o la prospettiva di un parco nazionale con un reale monitoraggio del territorio (certamente più stringente rispetto ad un parco regionale, creatura più docile nelle mani della politica locale) disturba il manovratore, in particolare alcuni progetti che potrebbero risultare incompatibili con l’istituzione di un’area protetta?Attendiamo risposte…