No allo smartphone di notte ai bambini: i medici britannici incoraggiano un “veto” legale

I bambini non devono stare troppo davanti ad uno schermo – che sia la tv, il tablet, lo smartphone, ecc. – anche se nel corso degli ultimi decenni questo è esattamente ciò che è accaduto a livello globale. La questione, al centro di tante ricerche scientifiche e dibattiti da parte degli esperti di pediatria, è ora diventata tanto preoccupante da aver suscitato la proposta di un veto da parte delle autorità.

L’uso di questi accessori tecnologici, in particolare prima di andare a letto, è associato infatti a disturbi del sonno e problemi comportamentali che affliggono i bambini nelle fasi cruciali del loro sviluppo. A sostenere la proposta è l’ente dei medici britannico Chief Medical Officers (UK CMOs), che consigliano un uso limitato dei tablet ed incoraggiano invece le interazioni sociali tra i membri della famiglia, faccia a faccia, durante i pasti e nei momenti trascorsi insieme a casa.

«Internet può essere di grande aiuto ai bambini e ai ragazzi più giovani perché offre delle opportunità di apprendimento e di sviluppo di abilità, e permette anche ai giovanissimi di trovare sostegno e informazione», ha dichiarato al “Guardian” Sally Davies, dell’ente medico. «Ma dobbiamo avere un approccio precauzionale, e il nostro consiglio è di appoggiare i bambini nell’acquisizione di questi benefici, e allo stesso tempo proteggerli dalle cose negative». Anche se non esistono sufficienti prove scientifiche che dimostrano l’impatto di un eccessivo uso dei gadget elettronici sulla salute fisica e mentale dei bambini, una nuova ricerca indica che questo genere di tecnologia può influenzare negativamente il loro stato psicofisico quando sostituisce altre attività benefiche.

Nelle linee guida proposte dagli esperti anche quelle relative alla condivisione di foto online, i break dalla rete (circa ogni due ore), all’adempimento delle regole della scuola, e all’inizio di un dialogo su ciò che, del mondo di internet, può causare stress ai più giovani. Non esiste una quantità «buona» o «cattiva» di tempo che i bambini possono trascorrere su internet, come sostiene Bob Patton, professore di psicologia clinica presso la Università del Surrey, in Gran Bretagna. Sta ai genitori valutare il tempo adeguato e adottare delle regole per il bene dei loro figli.

Nel frattempo i membri del Chief Medical incoraggiano le autorità britanniche e le aziende di tecnologia e di social media a stilare delle nuove norme per proteggere i più piccoli da questi pericoli. Se però è oggettivamente complicato agire legislativamente con un vero e proprio veto, per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è tuttavia possibile pensare a norme ad hoc che incoraggino comportamenti disincentivanti un po’ come accade con le sigarette o con il gioco d’azzardo che indirizzino genitori e bambini ad un uso responsabile e limitato di smartphone, monitor e display.

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