No alla proposta di riorganizzazione territoriale del Ministero dei Beni Culturali

assessore petraroiaFra i settori che necessitano in Italia, oggi, di un potente rilancio c’è sicuramente quello dei BBCC. Il settore necessita sicuramente di investimenti di tipo economico ma anche di un sereno dibattito culturale. Pertanto, ripensare il MiBACT soltanto nell’ottica del risparmio significa partire con il piede sbagliato. Malgrado l’accusa di essere strutture obsolete e non più idonee in un mondo che cambia, si deve rilevare come oggi più che mai le Soprintendenze siano un baluardo per la tutela e lo sviluppo del territorio, ponte tra la ricerca e la riflessione disciplinare e la complessa e non sempre efficace macchina che ne pianifica la trasformazione. Da più parti si avverte la necessità di limitare il consumo di suolo e di riutilizzare il patrimonio costruito contro l’uso indiscriminato che se ne è fatto dal secondo dopoguerra. Si è inoltre, in una fase cruciale per salvare e trasmettere la capacità di lavorare utilizzando tecniche tradizionali, le uniche idonee  per intervenire sul costruito storico. La capacità di lavorare sui BBCC e sull’edificato storico è un bene prezioso quanto le tradizioni popolari.
Un lavoro così impegnativo che unisce conoscenza delle risorse presenti sul territorio, capacità amministrativa e progettuale e non si limita alla sola attività autoritativa,  è possibile se si lavora su ambiti limitati, se le Soprintendenze gestiscono aree omogenee e non troppo grandi. 
La tutela che ci viene richiesta da alcune innovazioni del codice dei BBCC va sempre di più verso la conoscenza olistica del territorio, verso un approccio coordinato di diversi punti di osservazione e privilegia un approccio non più puntiforme, per singoli beni, ma esteso a tutto il territorio valorizzando le interazioni e la visione diacronica.
Da questo punto di vista l’attività di coordinamento che le Direzioni regionali sono chiamate a fare è un lavoro utile per mettere a sistema le conoscenze di tutti i settori: da quello storico-archeologico, a quello architettonico, storico-artistico ed antropologico. In questo approccio trova un posto fondamentale anche il contributo del sistema degli archivi e delle sopr. Archivistiche.
Se questa breve ricostruzione del lavoro che tocca agli uffici periferici del MiBACT appare condivisibile, si capisce come le Direzioni regionali debbano essere, appunto, regionali, pena la loro inefficacia. La visione del territorio che scaturisce dall’azione congiunta delle Soprintendenze in ciascuna regione deve potere essere validamente confrontata con quella dell’amministrazione  regionale competente  e delle altri amministrazioni locali e dello stato.  E questo è un compito demandato alle DR.
In Molise, ad esempio, la battaglia per la razionalizzazione della invasiva richiesta di realizzazione di “parchi” eolici o di impianti fotovoltaici, è stata possibile con il contributo di tutti gli uffici presenti sul territorio coordinati dal Direttore regionale. Le interpretazione del paesaggio storico: la presenza nel territorio di resti archeologici di antichi insediamenti, la presenza di coltivazioni e di tecniche colturali tradizionali, la stratificazione del sistema insediativo, la presenza di singoli monumenti unite ad una lettura degli aspetti percettivi, ha  consentito una efficace azione di tutela che ha scongiurato l’impianto di migliaia di pali e di ettari di pannelli fotovoltaici senza una programmazione efficace e consapevole.
Non solo. In questi ultimi anni sono stati completati restauri di siti archeologici e di monumenti. È stato allestito il Museo Nazionale di Castello Pandone, riallestiti i musei di Campobasso e Venafro, completato ed allestito il Museo paleolitico di Isernia, cantiere da circa trenta anni, avviato il ripensamento e la progettazione dei musei archeologici di Isernia e Larino, del sito di S. Vincenzo al Volturno e dell’anfiteatro di Venafro. Tutto questo è stato possibile per la collaborazione fra le Soprintendenze.
La vicenda del Molise, che ha visto la istituzione di una Soprintendenza unica soltanto negli anni settanta, per divisione da quella dell’Abruzzo, e recentemente la creazione di tre uffici separati, BA/BAP/BASAE, ha causato una azione non sempre efficace e corretta con pericolose ricadute non soltanto sulla tutela, i vincoli sono ancora pochissimi, ma soprattutto, e questo è ancora più grave, anche sul saper fare e sulla consapevolezza della importanza del proprio patrimonio. Questa ultima attività di educazione al patrimonio è importante quanto quella di tutela e comincia con il rapporto che inevitabilmente si instaura con i proprietari di immobili tutelati, con i professionisti che vi operano, con le amministrazioni in cui ricadono, con le scuole, le università e così via. La perdita di una soprintendenza per un territorio come il Molise che ha avuto una presenza degli uffici MiBACT recente nel tempo e piuttosto confusa potrebbe portare davvero conseguenze gravi per la conservazione della sua eredità storica e artistica.
Per queste ragioni si esprime contrarietà netta nei confronti della proposta di riordino del Ministero dei Beni Culturali che prefigura l’aggregazione del Molise con la Regione Abruzzo e si solleva istituzionalmente la specificità della situazione in cui versa il patrimonio ambientale, paesaggistico, archeologico, storico, archivistico, bibliotecario e museale della regione.
I progetti di collaborazione istituzionale avviati con l’Università del Molise sul Museo Nazionale del Paleolitico e su diversi altri siti culturali, insieme all’azione di tutela e valorizzazione di beni e risorse da cui possono discendere in termini innovativi giacimenti occupazionali di qualità e opportunità di sviluppo compatibili ed ecosostenibili, ci induce a sollecitare il permanere di una Direzione Regionale autonoma del MIBAC in Molise prospettando ogni alternativa possibile ad un ipotesi di soppressione/aggregazione sbagliata, inopportuna e offensiva per la nostra comunità.
 
Vittorino Facciolla Assessore regionale Ambiente e Agricoltura
Michele Petraroia Assessore Vice Presidente Giunta Regionale
Domenico Ioffredi Consigliere regionale delegato alla Cultura
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