“No alla flat tax della diseguaglianza”, incontro a Termoli

Proprio perchè le contro-riforme fiscali sono andate nella direzione di una Flat tax le disuguaglianze sono aumentate e il debito pubblico è aumentato. Questo ha comportato una riduzione delle entrate, un aumento del debito pubblico pari al 13%, ed un aumento della tassazione per tutte le altre classi di reddito che in ben 33 anni si sono viste privare la capacità di spesa per oltre 900 miliardi di euro (dati Cadtm Italia).

La Flat Tax è un sistema opposto a quello progressivo , per scaglioni di reddito e aliquote crescenti al crescere del reddito, all’interno del quale sono previste deduzioni, detrazioni e un reddito minimo esente generalizzato o limitato a certe categorie di contribuenti o di redditi”. Neanche istituzioni internazionali liberiste lo propongono. Non risolve il problema dell’evasione. Paesi come Ungheria, Slovenia, Cipro, Malta, Polonia, Estonia, Bulgaria, Turchia, Lettonia, Grecia, Romania, Croazia e Lituania che hanno una pressione fiscale inferiore a quella dell’Italia hanno un tasso di evasione pari o superiore al nostro. Paesi come Belgio, Norvegia, Svezia, Danimarca, Francia, Finlandia e Austria che hanno una pressione fiscale maggiore o uguale alla nostra hanno un tasso di evasione inferiore.


Chi propone la Flat tax propone uno “Stato minimo”: Le disuguaglianze non sono un ostacolo allo sviluppo economico, ma sono un prodotto naturale del “libero mercato”. Chi sceglierà l’imposizione progressiva crede che Lo Stato debba avere un ruolo nella difesa dei diritti individuali, ma anche nella promozione dell’interesse collettivo. Chi propone la flat tax propone uno “Stato minimo”: Le disuguaglianze non sono un ostacolo allo sviluppo economico, ma sono un prodotto naturale del “libero mercato”. Il nostro sistema tributario e i principi costituzionali hanno fatto una precisa scelta di campo nella direzione della progressività e dell’utilità sociale e non individuale con gli articoli 53, 2, 3, 41 e 42.


Invece di occuparci di una tassa piatta che vuole ridurre ulteriormente le imposte dirette sui redditi più alti o dei ricchissimi, determinando un incremento delle imposte sui consumi (IVA), perché non occuparci delle imposte sul patrimonio, che colpiscono non la casa di abitazione, ma i veri patrimoni dei ricchissimi. Perché dovremmo preoccuparci di far pagare le imposte ai ricchi? Non si tratta di invidia, si tratta di oligarchia.

I ricchissimi non hanno bisogno di assistenza sanitaria statale o di sicurezza sociale; non usano l’istruzione pubblica o il trasporto pubblico; potrebbero non essere nemmeno così dipendenti dalle strade pubbliche (ci sono degli elicotteri, dopotutto). Nel frattempo, non vogliono pagare le tasse. I super ricchi esercitano il loro potere politico a favore di tagli fiscali al vertice, una rete di sicurezza più debole e la deregolamentazione.


E il sostegno finanziario dei più ricchi è la forza più importante che sostiene la politica estremista di destra. Svelare questi meccanismi e renderli patrimonio comune può aiutarci ad arricchire il discorso pubblico sul debito e a non restare all’angolo cadendo nelle trappole della illusoria “crescita”, insostenibile dal punto di vista ambientale, e nel gioco al massacro dei “tagli”, ormai insostenibili dal punto di vista sociale.

Per parlare di queste ed altre fondamentali questioni l’Audit Civico Termoli vi invita a partecipare all’incontro pubblico che si terrà sabato 4 maggio alle ore 18 nei locali della Parrocchia il Sacro Cuore a Termoli.

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