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Lunedì 18 gennaio riaprono le scuole superiori a Campobasso, ma docenti e studenti protestano, è caos

I docenti dei Licei e degli Istituti superiori​ della regione Molise hanno sottoscritto l’ Appello, in cui chiedono di prolungare l’attività di didattica a distanza almeno sino a fine gennaio o fin quando i dati sull’andamento del contagio la renderanno necessaria al fine di assicurare il diritto alla salute di tutti.

Conseguentemente il Coordinamento Rappresentanti d’istituto di Campobasso ritengono imprudente la scelta di riaprire in modalità alternata le scuole. Nella nota si legge:

” Considerando l’andamento epidemiologico nazionale e regionale (tenendo conto che all’8 gennaio il Molise contava un indice Rt di 1.27, tale quindi da appartenere ad una zona rossa, e considerando la situazione ospedaliera della regione), è evidentemente imprudente la scelta di riaprire in modalità alternata le scuole. Per questo motivo, gli studenti hanno ritenuto opportuno, anche a fronte dell’appello firmato da 332 professori della regione, ma rimasto inammissibilmente inascoltato dalle istituzioni, presentare la richiesta di continuare in maniera costante la didattica a distanza al 100 % fino agli inizi di febbraio del corrente anno, o fin quando i dati in nostro possesso non saranno sufficientemente rassicuranti, in modo tale da evitare che la cultura possa subire un arresto, ma che continui invece a fluire nei singoli in totale sicurezza.

“Scuola” non vuol dire soltanto svolgere lezioni in presenza. “Scuola” vuol dire confronto, partecipazione, linguaggio libero, e per essere riconosciuta in quanto tale, docenti e studenti devono poter sentire tutelata la loro sicurezza. Imporre il rientro senza dare prova di un’adeguata protezione nuoce alla libertà espositiva bloccando il corretto e totale andamento della didattica. “Scuola” vuol dire anche andare a scuola, muoversi per raggiungere l’edificio scolastico, e nonostante si evinca che il trasporto pubblico sia stato potenziato, a noi studenti non è pervenuto alcun dato preciso riguardo i mezzi aggiuntivi tale da poter comprendere se la situazione di assembramento su di essi verificatasi lo scorso settembre sia stata superata o meno. “Scuola” vuol dire apprendere, un apprendimento che apre la mente e fornisce gli strumenti per comprendere come la legge fondamentale sia fare del bene, anche proteggendo i nostri cari. Rammentiamo sempre che l’essere italiani è sinonimo di calore, un calore che si manifesta anche nella presenza ravvicinata e nell’assistenza dei parenti più anziani.

Dato ciò, in vista anche di un sostegno alla parte della popolazione più debole, gli studenti hanno deciso, in attesa di un riscontro che tenga conto delle suddette richieste di studenti e professori, di non rientrare in presenza, ma di continuare in didattica a distanza fin quando la situazione non consentirà altrimenti, così da garantire e tutelare i diritti fondamentali della nostra Costituzione: il diritto allo studio e il diritto alla salute.”

Al momento però da parte delle Istituzioni, sia Regione che Comune di Campobasso nessuna risposta, domani mattina vedremo cosa succederà e se le predette Istituzioni faranno un passo indietro. (ndr)

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