L’organizzazione scientifica del lavoro tecnico/politico in Molise Made in Frattura

Poche  persone- chiave in posti di regia in amministrazione regionale, ‘top manager’ che hanno accentrato tutte le funzioni e tra essi uno, l’ing Pillarella – certamente preparato ma non onnisciente- che sovrasta su tutti avendo cumulato incarichi su incarichi; egli sembra incarnare il dogma della Trinità , tanto da poter apporre la sua firma per ben tre volte su tante  determine regionali. Il numero Tre ricorre e infatti 3 sono  gli assessori, i quali fedelmente supportano il governatore; il quarto assessore, almeno sin qui, nonostante i nomi di donne individuati dagli organi d’informazione e più volte messi in circolazione , non è stato ancora nominato. Come in amministrazione, così in  politica:  pochi (oligoi) detengono il potere  e muovono quelli in basso che sin qui sembra effettivamente  si facciano manovrare facilmente . Infatti il potere legislativo in Regione e’ stato quasi del tutto esautorato e l’esecutivo impera puntando innanzitutto sui sindaci, i quali si riferiscono  diligentemente ad assessori con delega forte( Nagni /Facciolla fedelissimi di Frattura); partecipano con spirito ‘mistico’ e disciplina militare ai raduni giubilari organizzati assieme alle diocesi dal presidente del Consiglio Cotugno, fautore dell’antico regime trono-altare e nemico del principio di laicità; molti di loro ricevono consulenze dall’esecutivo regionale a mo’ di beneficio per il  servigio diligentemente assicurato e di quello futuro che dovranno prestare  in vista delle prossime elezioni: dirottare i voti dei compaesani su Frattura in quella che molto presumibilmente sarà l’ultima legislatura regionale; poi il Molise dovrebbe verosimilmente ‘sparire’ . Qua e là nel sistema appaiono personalità che presentano un profilo autonomo , le quali sono però funzionali, in quanto servono a mitigare l’impressione dell’accentramento verticistico del potere e, pertanto, sono lasciate libere di impegnarsi  in settori apparentemente meno-chiave ma d’impatto. Al di sopra di tutti, con una panoramica su tutto e un raccordo con il centro, capace tra l’altro di avere un atteggiamento stoico nei confronti degli oppositori – tra essi quanti sono legati ancora a Iorio oppure guastatori anarchici o individualisti democratici – e  ‘benedetto’ da uno Iorio che vuole ancora per se’ la leadership a cdx alle prossime elezioni, c’è Paolo Di Laura Frattura.

Di fatto lui sta cambiando quella che sin qui è stata l’ipotesi aristotelica vigente in Molise: Patriciello motore immobile verso cui tutte le creature ( compreso lui) si son sempre mosse  e ordinate. Frattura sta, se non scalzandolo, ponendosi  anch’egli al centro, come interlocutore alla pari, come un altro ‘sole’ che ha bruciacchiato o bruciato, a seconda dei casi,  senatori e deputati che pure,  a ‘centrosinistra’, avevano ‘lavorato’ alacremente da Demiurghi per plasmare la ‘creatura Frattura’; il loro lavoro ambizioso e prepotente e’ stato mandato all’aria però proprio dalla ‘creatura’ , che si è emancipata dai ‘padri-Demiurghi’ e ha avocato a se’ vita politica autonoma, tanto più che è convinta , a ragione , di poter recuperarli all’occorrenza e , appunto, da motore immobile; saranno loro a dover ascendere verso lui e disporsi ordinatamente, lasciando alle spalle se non la gonfia ambizione personale, quantomeno la prepotenza. Pagherà in termini di voti questa organizzazione aziendale tayloristica ? Potrebbe, in fondo Frattura può contare su una galleria di ‘operai alienati alla Schmidt’, tra l’altro lautamente ricompensati e con la sindrome del tecno-burocrate d’eccellenza che sembra tanto piacere in Italia, presso alcuni ambienti di sinistra (?), tanto da prospettarne la piena realizzazione a livello nazionale, se dovesse passare il sì al referendum costituzionale. Insomma il Molise sembra essere un laboratorio sperimentale, addirittura proiettato in ‘avanti’ rispetto al resto del Paese. Del resto in Molise, come detto,  molto presumibilmente quella del 2018 sarà l’ultima tornata elettorale in autonomia regionale, decisiva dunque, e gli sforzi devono essere mirati e produttivi.

Ma in mezzo c’è Dicembre,  anch’esso decisivo per confermare o meno la tenuta del sistema aziendalistico Made in Frattura. A dicembre ci sono 2 importantissimi appuntamenti : la sentenza di Bari e l’esito referendario. È però altrettanto vero che rispetto a quest’ultimo, se  dovesse vincere il no il dato risulterebbe nevralgico per Roma ma meno per Cb, così come in Molise il dato sarebbe più rilevante e fallimentare per il destino politico della Fanelli  che non direttamente per quello di Frattura. Dicembre è un mese importante , dunque, ma resta pure da capire, al di là dei verdetti di dicembre,  se il sistema aziendalistico e oligarchico realizzato sul piano politico e burocratico da Frattura pagherà davvero , in proiezione,  in termini di consenso alle elezioni nel 2018. L’esecutivo è davvero arcisicuro che gli oligoi su cui conta siano i migliori ? E’ davvero certo che i cittadini  seguano le disposizioni dei propri Sindaci per esprimere il voto alle regionali? E poi i Molisani sono davvero a favore di certe scelte amministrative messe in campo? E, infine, il modello aziendalistico di Frattura e’ davvero nuovo e dinamico o è il solito Molise- feudale semplicemente  travestito di innovazione?
Adele Fraracci

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