La riflessione/Bisogna partire dal Sud per dire no al lavoro senza dignità

Il Sud tra cui anche il mio Molise sta vivendo un periodo comatoso non si può non tener conto che a volte le vite umane sono considerate al di sotto delle bestie la mia vuole essere una denuncia e ma allo stesso tempo una proposta: «Non stacchiamoci nemmeno per un minuto dalle immagini concrete e drammatiche delle vittime di incidenti sul lavoro, dei disoccupati, degli inattivi, dei cinquantenni in stand by, occorrerebbe far incamminare le persone verso il lavoro e non ad un incessante pellegrinaggio tra i vari centri per l’impiego.

La ragione che mi ha portato a riprendere un’attività, che io definisco” farmi i fatti degli altri è la passione per il lavoratore che drammaticamente ogni giorno mi interpella per la mancanza del lavoro, per la sua precarietà, per i diritti che una politica sempre più asservita al capitale, taglia, ma anche per il suo valore decisivo nella vita. Ecco perché ho preso sempre il mio lavoro come una missione che tiene conto dei volti e non dalle statistiche, anche se numeri e teorie hanno la loro importanza.

Al Sud il dramma è più evidente, come dimostra l’Ilva, e perché dal Sud occorre impegnarsi a cambiare modello di produzione, affinché non continui a devastare le persone, le case, il cielo, la terra, l’aria… Serve una rigenerazione umana, urbana ed ambientale attraverso un lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale, ma deve avvenire un cambiamento di paradigma nel nostro progetto di sviluppo globale, che parta dal rispetto della dignità della persona umana, dalla cura della casa comune e dalla costruzione della serenità, una politica turistica destagionalizzata sarebbe l’ideale.

Il lavoro è degno quando rispetta la vita delle persone, l’ambiente, la legalità, i ritmi della vita, il tempo del lavoro, del non lavoro, il tempo della festa.

Il lavoro è degno quando viene prima del risultato economico ed è legato alle ragioni più vere della vita; dal pane quotidiano, alla famiglia, alla solidarietà, alla felicità.

Non ho soluzioni prestabilite, né tantomeno ricette che possano guarire il sud dall’emigrazione,dallo spopolamento e dall’abbandono delle aziende.

Con il piano di aiuti previsti dall’Europa,innanzitutto occorrerebbe eliminare il magna-magna generale,bloccare tangenti e amicizie perverse e dall’altro coinvolgere le istituzioni, le scuole e le università, i sindacati, le parrocchie, i movimenti, le associazioni, per rispondere a quello che è un problema della gente e della desertificazione dei paesi del Sud.

Il contributo e il coinvolgimento delle parti sane della società permetteranno di formulare proposte per il parlamento e per il governo, per i mondi economici e politici, occorre aprire un cantiere, in cui si respiri un’atmosfera di grande collaborazione e coinvolgimento.

Solo così, forse si potrà costruire il sogno utopico di Gaber “la libertà, ma anche la solidità economica” è “Partecipazione”.

Alfredo Magnifico

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