Ricordi, emozioni, aneddoti, storia cittadina. E’ stata un successo la serata che ha celebrato i 50 anni della Grande famiglia dei Misteri: i Teberino, Domenica 16 settembre, che coicideva anche con la data di nascita del compianto “maresciallo” Cosmo Teberino. Manifestazione organizzata nel contesto delle celebrazioni per i 300 anni dalla nascita di Paolo Saverio Di Zinno, l’inventore’ dei Misteri.
Dovuti all’inizio dell’evento i saluti istituzionali, di Regione, Provincia e Comune.
“Se oggi la tradizione dei Misteri, non solo è ancora presente, ma è il simbolo della città capoluogo del Molise, e negli ultimi anni viene apprezzata a livello nazionale ed internazionale, è solo grazie alla Famiglia Teberino, ed alle altre, forse meno note, che durante questi 50 anni hanno creduto nella forza della tradizione e dell’appartenenza a questa terra“, il consenso unanime di tutti gli intervenuti alla manifestazione.
“Per parlare dei Misteri, dobbiamo parlare del ’68, mentre in Italia si parlava dei movimenti studenteschi a Campobasso Cosmo Teberino ha rilanciato, conservato e hanno salvato un patrimonio importante, che contraddistingue Campobasso“. Poi un aneddoto, tra i tanti, da pochi conosciuti, fu fatto analizzare un piccolo pezzo dei ferri dei Misteri, e proprio da quella analisi, nel momento in cui bisognava fare delle sostituzioni si potè ordinare un tipo di materiale che ” si piega ma non si spezza”, tutti ricordano come le figure, soprattutto i bambini” durante la processione sembrano ” ballare continuamente”, ma nessun incidente è mai avvenuto per rottura degli ingegni.
Tra gli interventi di custodi, portatori, vestitori, personaggi più amati come i “diavoli”, organizzatori , a sorpresa la testimonianza di Dante Ricchiuti, seduto tra il pubblico che ha portato la voce dei molisani emigrati nel mondo. Presidente dei Carovillesi e Amici del Molise, il professore Dante Ricchiuti ha ricordato i genitori emigrati in Argentina, che hanno mantenuto vivo con i figli e con i nipoti il legame, nostalgico, con la terra madre proprio attraverso le manifestazioni popolari e religiose. “ Tutti noi nati , da genitori emigrati, in Argentina abbiamo dovuto e voluto imparare l’italiano dai nostri genitori, per mantenere un legame vivo. Grazie a Dio, riusciamo ad essere forti come la gente molisana, nonostante la situazione di crisi in Argentina, i Misteri sono presenti a Mar del Plata, si mantiene viva questa tradizione anche se da noi giugno è la stagione invernale. Ringraziamo i campobassani, e di molisani, che questa tradizione la portano nel mondo. I miei genitori, i miei nonni, come tutti i molisani nel mondo, hanno una ferita nell’anima, perchè allontanarsi dalla terra molisana è stato molto difficoltoso anche moralmente“.
Ho accolto con entusiasmo l’invito di Elia Rubino, con cui da anni condivido l’amore “ritrovato” per questa terra, per la sua gente e le sue tradizioni. Al di là delle promesse politiche, dell’avvicendarsi di consiliature, ciò che si apprezza di questa terra è proprio il cuore pulsante della sua gente attraverso le tradizioni. Non sono i politici che chiedono riconoscimenti per avere presenziato, finanziato (?) o appoggiato un determinato evento a valorizzare il Molise, ma è il grande patrimonio artistico, culturale, ricco di tradizioni popolari e religiose che finchè rivive e finchè è vivo porta il Molise ad essere conosciuto. Come rappresentanti istituzionali questo è uno dei loro compiti, non meriti.Tradizioni che potrebbero essere volano per il turismo …. Ma di strada da fare, pultroppo, in questo campo ce n’è ancora molta. E non sono mancate proposte e idee scaturite proprio da questa giornata di ricordo ma anche di confronto di talenti molisani.
Elia Rubino, studioso e ricercatore dei Misteri, nel corso dell’evento ha lanciato il suo libro ‘Le mani del cielo’, dedicato a Cosmo, che sarà presentato prossimamente.
Il sindaco Battista ha consegnato ai Teberino una targa a nome della città “per la devozione e la passione nel custodire gli ingegni, patrimonio di Campobasso”. Targa che Giovanni Teberino ha voluto condividere con i presenti ma anche con quanti non sono più, e grazie ai quali la tradizione è cresciuta negli anni.
La manifestazione si è chiusa con un altro simbolo di tradizione campobassana, la Polifonica Monforte, guidata da Rosa Socci, con melodie popolari.
(Mdl)