La Città invisibile Termoli/ Non basta dire drogati: capire le dipendenze per raccontarle

Capita sempre più spesso, soprattutto in tempi di pandemia, che la stampa locale si occupi del fenomeno della dipendenza patologica da sostanze. Tale interesse manifestato da alcuni giornalisti locali ci rallegrerebbe pure, se non fosse che nella maggior parte dei casi il tema venga affrontato in modo distorto, spesso inquadrato solo dal lato dell’ordine pubblico, il più delle volte con un approccio compassionevole e denigratorio.

Il punto di vista espresso insomma è nella migliore delle ipotesi un parzialissimo sguardo sul
problema dipendenze. Parziale perché approssimativo e foriero di confusione. I fatti che di solito vengono riportati sono purtroppo non legati a fonti citate e in ogni caso gettano un velo sul dramma, dimenticando le persone e mettendo in primo piano solo aspetti sensazionalistici, oggetto di una scoperta tardiva. Le parole, vorremmo dire con Carlo Levi, sono pietre.


Il fenomeno esiste, covid o non covid, e i dati ministeriali e dei Ser.D molisani lo testimoniano. La dipendenza è una tema dimenticato. Nessuno fa una seria prevenzione primaria. La logica del punire i poveri, i diversi, chi soffre e fa fatica a vivere in una società dello scarto, non ci appartiene ed è il vero problema delle nostre comunità frammentate. Noi siamo per una società della cura e contro la società del profitto. I governi che si sono succeduti, da 20 anni a questa parte, hanno dimenticato di investire risorse nella “società della cura” a seguito dei tagli e del debito pubblico, vera causa di una trappola che ci sta strangolando.


I soggetti che formano la rete più ampia di prevenzione primaria e secondaria alle dipendenze, i quali con molta fatica e commettendo errori, sono spesso emarginati, pur lottando ogni giorno con serietà, correttezza e spirito di abnegazione, sembrano spettatori assenti o passivi in molti degli articoli pubblicati. E’ un argomento da trattare con maggiore cura schivando gli aspetti sensazionalistici e di sorpresa. Solo le persone lontane dalla realtà dimenticano l’ordinaria lotta e passione che gli operatori del settore cercano di investire tra difficoltà, ritardi e scarsità di risorse del settore pubblico.


A fronte di difficoltà familiari, sempre presenti nelle realtà che vivono il problema dipendenze in prima linea, vi sono persone che lottano ogni giorno nelle comunità, nei servizi pubblici e nelle associazioni che, come la nostra, vivono attivando servizi sperimentali ed innovativi, accogliendo le persone e le famiglie. Noi viviamo con queste persone, condividiamo il cibo e il tetto e lottiamo con loro per aiutarle a liberarsi da dinamiche di dipendenza che sono tipiche della nostra società.


Il nostro sistema dimentica che occorre una comunità, intesa in senso ampio, per accompagnare i nostri giovani, trattati spesso come viziati e infaticabili gestori di traffici che, a onor del vero, sono in mano alle organizzazioni criminali. Ci piacerebbe che le persone dipendenti si considerassero anche come vittime di una società che, tutto è, fuorché della cura.

È in questa prospettiva che vorremmo far conoscere le problematiche, ma anche la vita che scorre nelle comunità e nei servizi che, proprio a causa del covid, hanno dovuto affrontare difficoltà enormi legate al contenimento e al distanziamento sociale che le persone vivevano già.

Ci auspichiamo che il nostro contributo alla conoscenza del fenomeno dipendenze venga tenuto presente ogni qual volta si diffondono articoli sulla questione, che, il più delle volte con approssimazione e visione distorta, hanno tuttavia il merito di provare ad affrontare il dramma quotidiano delle famiglie e dei nostri giovani.


Associazione Fa.c.e.d. (Famiglie contro l’emarginazione e la droga)- Comunità Il Noce/ Termoli- La Città Invisibile/ Termoli

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