La CISL Poste analizza la situazione politica e l’esito del referendum

In occasione del consiglio Interregionale della CISL Poste Abruzzo Molise, il Segretario Antonio D’Alessandro dichiara che mai come in questo periodo si notano le ripercussioni di avvenimenti che sembrano non riguardarci e di ciò che accade in realtà solo apparentemente lontane dalla nostra, mentre invece situazioni che sembrano scollegate e differenti fra loro sono accomunate da un unico filo conduttore. Il referendum per la Brexit in Gran Bretagna, le elezioni negli Stati Uniti e soprattutto il referendum di modifica della Costituzione Italiana rappresentano aspetti diversi di un unico fenomeno. Il referendum in Italia ha avuto un’ampia partecipazione, tanti sono stati i cittadini che si sono recati nelle sedi elettorali per esprimere il proprio voto, preferendo il NO con una forbice rilevante di quasi il 20%.
Quello che viene fuori dalle consultazioni popolari – continua Antonio D’Alessandro – è un sentimento comune, in Gran Bretagna come negli Stati Uniti, in America come in Europa, è una voglia di novità, un desiderio di cambiamento, un voto che esprime l’anti politica, l’anti sistema, un desiderio di modificare l’attuale assetto dello Stato e delle organizzazioni statali.
Un sentimento che, se ci riflettiamo, è anche anti sindacale.
A causa dell’azione di un governo che ha evitato il confronto con le parti sociali e grazie a campagne ben orchestrate sui mezzi di comunicazione – riferisce il Segretario Interregionale CISL Poste -, il sindacato non riscuote il favore dei cittadini, ormai più propensi a dare peso ai dettagli marginali oggetto di notizie distorte e scandalistiche, piuttosto che a considerare l’effettiva opera che l’organizzazione dei lavoratori ha portato avanti negli anni, dei risultati che il sindacato ha conseguito e dei benefici derivanti dal suo operato.
Per questo è necessario oggi coinvolgere tutti in fase congressuale, aprire un dibattito ampio e libero e sforzarci di capire cosa sta succedendo perché vi sia comprensione delle reali necessità e piena condivisione dei passi da intraprendere nell’azione sindacale.
Il Presidente degli Stati Uniti Trump – prosegue Antonio D’Alessandro – ha usato lo slogan “rifacciamo grande l’America” e la sua campagna elettorale si è basata proprio sull’anti sistema e l’anti politica, è riuscito a raggiungere il comune sentire degli Americani, ha parlato di aumenti salariali, di lavoro per tutti, di riduzione delle tasse, di tassazione per le imprese che delocalizzano le proprie attività, di taglio delle spese militari assurde, di revisione delle dinamiche della globalizzazione.
Lui, lo storico maschilista Trump, il miliardario straricco Trump, individuo cinico e intollerante, ha incredibilmente intercettato i voti delle donne, degli operai, della popolazione di colore.
La Clinton, invece, ha perso in quanto collegata alla casta ed al mondo finanziario, in quanto è stata vista dai più come la portavoce di quella politica di sistema legata ai poteri forti, legata ad un sistema economico che permette il costante arricchimento a chi già possiede e si dimentica degli emarginati che, purtroppo, aumentano sempre più.
Come in altre consultazioni, Trump ha smentito, nei fatti, schiere di politologi, editorialisti e sondaggisti.
In Italia – conclude il Segretario Interregionale -, con il referendum, gli Italiani hanno inteso mandare lo stesso messaggio. Quel NO non era solo diretto a bocciare la modifica della Costituzione, ma si opponeva ad un modo poco chiaro di fare politica e ad un sistema economico in cui il PIL non cresce nonostante gli interventi governativi, il reddito procapite resta basso, le famiglie sulla soglia di povertà sono troppe e la disoccupazione è alta. Non si è trattato di un NO di Sinistra, di Destra o altro ma del NO secco rivolto a chi non riesce a sentire la pancia, purtroppo vuota, degli italiani e soprattutto dei troppi giovani disoccupati e precarizzati nel mondo del lavoro, anche per il mancato effetto di un Job Act che non è stato scritto presso il Ministero del lavoro ma piuttosto in Via dell’Astronomia, da Confindustria.

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