ITTIERRE : Il Ministero renda conto del fallimento della gestione commissariale

Il Gruppo IT Holding prima del Commissariamento attivato dal Ministero dello Sviluppo Economico aveva superato i 1.800 addetti diretti a cui si sommavano migliaia di lavoratori dell’indotto, con un ruolo di primo piano nel Sistema Moda nazionale ed internazionale. Le firme più note del lusso mondiale ed i brand più famosi passavano per Pettoranello del Molise dove uno dei Poli di Eccellenza del Tessile Italiano occupava mille unità dirette e altre mille dipendenti nei laboratori dei fasonisti diffusi su tutto il territorio regionale. Questo patrimonio straordinario di competenze professionali, di beni strumentali, di relazioni internazionali e di rapporti con gli operatori del Sistema Moda, è stato amministrato con risultati catastrofici dal Ministero dello Sviluppo che si è limitato a registrare passivamente i licenziamenti di tutti i dipendenti attivandosi prontamente solo nei confronti della Regione Molise per recuperare i 12 milioni di euro della garanzia fideiussoria rilasciata in favore del Gruppo Albisetti.  L’Amministrazione Straordinaria è una procedura concorsuale alternativa al fallimento, viene esercitata da una terna commissariale nominata dal Ministero che agisce sotto la sorveglianza della preposta Direzione del medesimo Ministero dello Sviluppo Economico. Possibile che partendo da un patrimonio immobiliare, professionale e di posizionamento nella fascia alta del Sistema Moda Internazionale, l’unico risultato utile della gestione commissariale dell’ITTIERRE sia quello del licenziamento di tutti i lavoratori con un ginepraio di società in procedura concorsuale o dichiarate fallite dal Tribunale di Milano e l’assenza di qualsiasi proposta di rilancio della filiera tessile locale ? Nella riunione in programma il 23 febbraio presso l’Unità di Crisi del Ministero dello Sviluppo spetta ai Commissari rendere conto dell’attività svolta e dei risultati ottenuti, e spetta alle Direzioni generali del M.I.S.E. di chiarire le iniziative che si intendono intraprendere per superare i mille contenziosi di una procedura che si è avvitata su sé stessa alimentando il lavoro per gli avvocati e annientando il lavoro degli operai specializzati di elevatissimo valore dell’ITTIERRE. Per evitare di assistere al collasso di una realtà industriale di queste dimensioni e rimanere con una desertificazione sociale del territorio ed una cambiale di 12 milioni di soldi pubblici da pagare, il Molise ha il dovere di presentarsi alla riunione ministeriale sollecitando l’inserimento nell’Accordo di Programma sull’Area di Crisi dei lavoratori diretti e dell’indotto ITR coinvolti dalla chiusura aziendale con l’impegno a ottenere una dote finanziaria per contratti di ricollocazione da affidare all’Agenzia che avrà il compito di gestire i fondi dell’Area di Crisi. Bisognerà concentrarsi con concretezza su possibili manifestazioni di interesse a subentrare nel piano concordatario utili a prorogare la cassa straordinaria dal 4 aprile 2015 al 4 ottobre 2015, accertando ogni altra modalità procedurale finalizzata ad ampliare ed estendere le opportunità di reimpiego e le tutele reddituali sia ai 247 addetti diretti ancora in forza e sia agli altri 700 collocati già in mobilità negli ultimi anni. La Provincia di Isernia sostenga questo percorso recuperando anni di silenzio e di immobilismo sulla filiera produttiva più importante del proprio territorio e coordini i comuni coinvolti dal crollo occupazionale ITTIERRE a partire da Pettoranello del Molise. Il sindacato confederale eviti il potenziale conflitto che potrebbe generarsi per il 23 febbraio visto che in concomitanza con la vertenza ITTIERRE a Roma in cui la Regione è chiamata a intervenire si è annunciato un presidio della Giunta per la vertenza GAM. Se prevale la solidarietà tra lavoratori, la coesione tra comuni, provincia e amministrazione regionale, e a ciò si aggiunge la concretezza di percorsi di reindustrializzazione con imprenditori disponibili ad investire sul Polo Tessile Molisano, anche con gli incentivi dei fondi europei e dell’Area di Crisi, si creano i presupposti per difendere l’economia di un’intera comunità.

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