Il CNEL ci costa venti milioni di euro all’anno: si va verso l’abolizione di questo organo?

cnelIl governo ha varato la riforma del Senato e l’abolizione del CNEL
Pare che l’abolizione del CNEL sia solo l’antipasto della semplificazione che arriverà per la Pubblica Amministrazione nelle prossime settimane. Intanto va detto ( per i meno addentro alle “cose dei Palazzi”) che il CNEL è il Consiglio Nazionale di Economia e Lavoro; si tratta di un organo di profilo costituzionale, previsto dall’art.99 della Carta Costituzionale, che è in vita da quasi sessanta anni e che, però, pur costando ai contribuenti italiani circa 20 milioni di Euro all’anno, ha prodotto , fin qui, solo quattordici proposte di legge e nessuna di esse è diventata legge.

C’è da domandarsi se detta “istituzione” abbia risposto o meno agli obiettivi che avevano auspicato i costituenti? Le materie di competenza di detto organo sono i temi di economia e del lavoro ,per cui gli “azionisti” dello stesso sono i sindacati e Confindustria, ed anche per questo è in corso una polemica tra il vertice dello stesso CNEL e gli “azionisti” del Consiglio (cioè i sindacati e Confindustria).In sostanza, dunque, il CNEL è un organo consultivo del governo, delle Camere e delle regioni: il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro esprime pareri – non vincolanti – sulle questioni di competenza e può promuovere iniziative legislative solo su richiesta, appunto, dell’esecutivo, della Camera o delle Regioni. Il CNEL è “ospitato” in una reggia all’interna di Villa Borghese a Roma ( Palazzo Lubin), costituito dal 1958, ed è organo consultivo del Governo, delle Camere e delle Regioni con diritto all’iniziativa legislativa; è composto da 10 “esperti, qualificati esponenti della cultura economica, sociale e giuridica” di cui: 8 nominati direttamente dal Presidente della Repubblica, 2 nominati dal Presidente della Repubblica su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, previa deliberazione del Consiglio dei ministri. Poi ci sono 48 “rappresentanti delle categorie produttive di beni e servizi nei settori pubblico e privato”, di cui: 22 rappresentanti dei lavoratori dipendenti, tra i quali 3 “rappresentano i dirigenti e i quadri pubblici e privati”; 9 rappresentanti dei lavoratori autonomi e delle professioni; 17 rappresentanti delle imprese; 6 rappresentanti delle associazioni di promozione sociale e delle organizzazioni del volontariato. I membri del Consiglio restano in carica per cinque anni e possono essere riconfermati. A supporto dell’attività dell’organo è istituito un Segretariato generale da uffici che fanno capo al Segretario generale che attualmente è Franco Massi, magistrato della Corte dei Conti. Ci sono, poi,91 impiegati (molti a soli 1.400 euro al mese che torneranno nei ministeri di provenienza da cui sono stati distaccati) sperano in un contentino. Non si dà pace, invece il presidente, ex ministro, Antonio Marzano che prende 215mila euro l’anno. Ma farà bene a farsene una ragione. In un annetto la legge costituzionale che abolisce il CNEL può diventare operativa: a noi, sinceramente, la abolizione di questo organo (forse ….inutile?) non dispiacerà affatto ed auspichiamo che altri interventi del genere vengano fatti dal Governo per “pulire” un poco dove c’è da “pulire una volta per tutte”.
Luigi Zappone
Presidente di Confimpresa Molise

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