Giornata della Lentezza, dalla master coach il decalogo per vivere meglio… Rallentando

I mille impegni, la ripetitiva routine quotidiana, la crisi economica e l’ossessione dell’essere connessi 24 ore su 24. Sono solo alcuni degli elementi della vita moderna che hanno portato sull’orlo di una crisi di nervi milioni di italiani, mettendo anche a rischio il lavoro e il benessere. Inseriti in un contesto di competizione quotidiana, dinamismo esasperato e continue sollecitazione che si accavallano l’un l’altra, la routine quotidiana spesso induce sentimenti di precarietà e incertezza, con la conseguenza di generare anche rassegnazione, ansia, stress e senso di disagio. Per uscire da questa impasse e tornare a focalizzare gli obbiettivi della propria vita lavorativa e privata, gli esperti di tutto il mondo suggeriscono di rallentare e prendersi del tempo per tornare con serenità e massima efficacia al lavoro: per celebrarne i benefici è stata addirittura creata la Giornata della Lentezza.

“Trovare un momento da vivere con lentezza, è fondamentale per orientarsi verso gli obiettivi della giornata e capire quali azioni intraprendere in futuro – spiega Marina Osnaghi, prima Master Certified Coach in Italia – Mediante la lentezza possiamo esplorare quello che ci succede qui e ora, incentivando il cervello a capire cosa sta accadendo, a focalizzare le forze con maggiore efficacia e a costruire piani di azione logici che portino soluzioni concrete. Sono solo 5 minuti di lentezza, ma sono decisivi per il resto della giornata. La velocità che contraddistingue la routine quotidiana ci rende ‘eroi’ che riescono a raggiungere mille ed ammirevoli risultati e nello stesso tempo inconsapevolmente approssimativi e di conseguenza non completamente soddisfatti: senza ponderare per pianificare le nostre azioni non siamo in grado di colmare le lacune che abbiamo nel nostro metodo di lavoro, bisogna rallentare per poter ponderare con efficacia. Come l’atleta che sul bordo della vasca, che si ferma un istante a raccogliere le forze prima del tuffo, preparando corpo e mente e spirito allo sforzo. E’ anche vero che agire improvvisamente a volte è inevitabile, ma per farlo nel modo corretto è necessaria una preparazione specifica che avviene sempre a velocità ridotta, calibrando i tempi rispetto a quanto è possibile nel momento. E’ proprio il cervello ad aver bisogno di questi momenti, per riconnettersi e focalizzare i target del futuro prossimo. Nel fare questo ci sono attitudini differenti; le donne hanno spesso un’attitudine naturale, grazie alle proprie doti emotive; l’uomo invece si comporta in maniera a volte differenti, dato che gli ormoni che interferiscono coi segnali di paura prodotti dal cervello li portano a essere più impulsivi ed interventisti nell’immediato. E’ il testosterone infatti a inibire questi segnali di paura diretti all’amigdala, ricevuti invece dalle donne grazie agli estrogeni. Gli studi della neuropsichiatra americana Louann Brizendine hanno dimostrato però che questo gap può essere colmato dagli individui grazie all’apprendimento”.

Una tesi confermata anche da studi scientifici internazionali. Un’indagine pubblicata sul New York Times infatti dimostra come basti rallentare e modulare il proprio respiro per sentirsi meglio: Chris Streeter, professore di neurologia alla Boston University, ha infatti scoperto che bastano pochi minuti di meditazione per diminuire significativamente i sintomi depressivi e aumentare i livelli di acido gamma-aminobutirrico, un ormone con effetto calmante. Le aziende se ne stanno accorgendo, soprattutto quelle oltreoceano: sul Times infatti Peter Bacevice, professore alla University of Michigan, racconta il proprio lavoro presso le più importanti aziende americane per aiutare le aziende a ripensare il lavoro dei propri impiegati dando loro più flessibilità e risorse per variare la routine e prendere autonomamente scelte su come portare avanti il proprio lavoro con efficacia e libertà. Secondo il dott. Bacevice “La filosofia dello slow-work contrasta l’insostenibilità del fare tutto nel più breve tempo possibile, dando un’alternativa che ridà energia alle persone e permette di allineare le proprie priorità lavorative e personali e sviluppare la creatività a lungo termine”.

“L’obbligo ad essere rapidi, a fare tutto nel minor tempo possibile in questa società perennemente interconnessa, ha portato milioni di persone a una vera e propria psicosi. Diventa quindi fondamentale inserire un lasso di tempo da dedicare alla lentezza durante la giornata – prosegue la master coach Marina Osnaghi – Un piccolo esercizio che permette a tutti di ottenere risultati migliori dalle proprie azioni, nel lavoro come nella vita privata. Dal capo all’impiegato, tutti hanno bisogno dei benefici della lentezza. Può essere davvero fondamentale per chi si occupa di definire le strategie aziendali: senza riflessione i risultati rischiano di essere mediocri. Soprattutto nei momenti di maggiore definizione della strategia di guerra. Come descrive anche Sun Tzu, nella sua famosa ‘Arte della guerra’ esprimendo il concetto più volte nel suo scritto: ‘Veloce come il vento, lento come una foresta, assali e devasta come il fuoco, sii immobile come una montagna, misterioso come lo yin, rapido come il tuono’. La vita non dovrebbe essere una guerra, eppure in un solo giorno vinciamo e perdiamo mille battaglie, metaforicamente ed a volte realmente. Il cervello produce infatti miliardi di obiettivi contemporaneamente e nemmeno ce ne rendiamo conto: soprattutto in questi tempi moderni, colmi d’impegni, serve il tempo necessario a capire cosa fare e come nel modo giusto”.

Ma non è tutto. Sul Boston Globe è stato riportato uno studio di Dan Lovallo, professore presso l’Università di Sydney e ricercatore di ricerca presso la University of California Berkeley, che ha indagato sulle performance di leader aziendali e imprenditori sotto stress. Dal suo studio è emerso che ogni imprenditore che ha portato avanti la propria routine quotidiana pensando lentamente e strategicamente, senza forzare i tempi, ha ottenuto un successo maggiore: superando i pregiudizi nati dall’operatività frenetica, che utilizza ragionamenti associativi anziché logici, questi imprenditori sono riusciti a superare gli schemi fissi della mente, riuscendo a prevedere l’esito del proprio lavoro. Un modo di lavorare e vivere che incrementa anche le performance degli studenti e che può essere insegnata già in gioventù: uno studio congiunto delle Università di Chicago, Harvard, Northwestern e Pennsylvania, ha dimostrato come l’atto di riflettere con calma abbia aumentato del 44% le performance scolastiche degli studenti presi in esame, diminuendo al contempo comportamenti violenti o fuorilegge.

ECCO INFINE IL DECALOGO DELLA MASTER COACH MARINA OSNAGHI PER RALLENTARE LA PROPRIA VITA E DIVENTARE PIÙ PRODUTTIVI:

FASE 1: PONDERAZIONE

CONCEDERSI IL TEMPO DI PONDERARE
FARE L’INVENTARIO DELLA PROPRIA SITUAZIONE
STILARE L’ELENCO DEGLI ELEMENTI A FAVORE E DI QUELLI A SFAVORE
SINTETIZZARE LA SITUAZIONE
SCEGLIERE UN OBIETTIVO
STABILIRE IL PIANO D’AZIONE
FASE 2: PIANO D’AZIONE

CO-WORKING: CAPIRE COME FARSI AIUTARE DAGLI ALTRI
VALUTARE LE RISORSE A DISPOSIZIONE
PRENDERE L’INIZIATIVA
VALUTARE I RISULTATI PER CAPIRE SE CAMBIARE DIREZIONE

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