“Fermiamo l’ecomostro”: le biomasse in agguato, non sono uno scherzo, ma un pericolo serio

La vicenda “Biomasse” di cui si sta discutendo animatamente in questi ultimi giorni non poteva passare inosservata agli occhi del Segretario dell’Assoconsum di Campobasso, Corrado Ientilucci. Non bisogna farsi trarre in inganno dalla parola  “Biomasse”, facendola sembrare  cosa del tutto innocua- esordisce Ientilucci. La realtà è ben diversa: le biomasse hanno un impatto ambientale notevole,   i rischi ci sono e non sono neanche pochi: trattasi di emissioni di inquinanti tossici, di minerali diversi, di polveri sottili, di idrocarburi,  anche perché l’installazione di centrali a biomasse implica necessariamente la presenza nel territorio interessato di una  consistente e costante presenza di automezzi pesanti  per i conferimenti dei materiali, il tutto  con rilevante ripercussione sull’ecosistema che ne risulta sconvolto.  Di conseguenza l’ impatto sulla salute pubblica si fa rilevante ( dalle inevitabili asme, e bronchiti croniche fino all’incidenza di neoplasie di vario genere, come alcuni studi epidemiologici confermano).
Il problema, pertanto,  sussiste e non può essere sottaciuto, nessuno può  far finta di nulla,  occorre in primo luogo un’ informazione attenta, scientifica, qualificata, mentre fino a che non è esploso il bubbone si è preferito minimizzare, tacere e perfino disinformare. La gente non vuole vivere con il dubbio,  vuole certezze che sta richiedendo a  quanti hanno interesse al bene Comune, alla legalità, alla trasparenza degli atti, a quanti hanno a cuore i diritti universali , e in primis quello della salute. Occorre che ognuno di noi sia consapevole dei rischi che si corrono, di qui la necessità di un’informazione  attenta e precisa anche da parte di coloro che per norma  sono preposti alla salvaguardia della salute pubblica. Informazione che di rado è avvenuta per il passato, e allora che ben vengano  le manifestazioni di masse, le mobilitazioni , le contestazioni, le discussioni, in opposizione alla logica distorta della proliferazione di centrali a biomasse che di certo non promuovono il benessere collettivo , né danno impulso al lavoro. Costituiscono un “ affare “ per pochi.   Non è un fatto politico: è soprattutto un problema sociale. Ognuno di noi è chiamato  responsabilmente a prendere consapevolezza del problemi e dei rischi che si prospettano, l’ impegno  a  preservare la natura dallo scempio, al fine  di consegnare alle future generazioni un habitat il più sano possibile e soprattutto di tipo etico. Peraltro una Direttiva  della Comunità Europea, tra i suoi obiettivi, prospettava in tempi non sospetti  quello di “ mantenere la qualità dell’aria , laddove è buona, e migliorarla negli altri casi “ . Il rischio  che si corre con l’instaurazione di centrali a Biomasse è quello di peggiorarla se si tiene conto delle condizioni geomorfiche di un territorio in cui il  ricambio dell’ aria è alquanto precario. Basti porre attenzione  alla colorazione (velature che vanno dal verde  all’arancione)  che in certi pomeriggi autunnali, allorchè non soffia il vento, assume l’aria della valle  di Bojano, colorazione   dovuta alla presenza di inquinanti sospesi. E si tratta di metalli, di polveri sottili, di smog, del fumo dei camini..
La risposta all’ installazione delle due centrali a biomasse nell’ agro di San Polo e di Campochiaro  non può essere che quella  del no! E in nome di questo no sono scesi in campo studenti che hanno iniziato a scioperare rivendicando un ambiente più sano,  imprenditori – soprattutto del settore agro alimentare-  che vedono in questo “ ecomostro”  una minaccia alle loro attività, il comitato  delle madri coraggio,  preoccupate per la salute dei loro figli, ed inoltre  molti  medici e docenti di materie scientifiche che hanno  relazionato sull’ impatto che le emissioni di inquinanti possono avere sulla salute pubblica, senza dimenticare le diverse associazioni ambientalistiche sorte a difesa del territorio ( soprattutto della salvaguardia delle oasi dei monti del Matese),  nonché  i vari  comuni dell’ area Matesina, la stessa Provincia di Campobasso, mentre il Consiglio Regionale all’unanimità dava mandato al Presidente della Giunta a che si analizzi l’iter amministrativo per vedere se vi sono i presupposti per pervenire all’annullamento delle autorizzazioni concesse.
Si tratta in definitiva  di tutelare la Natura che  non comprende la costruzione delle impiantistiche a biomasse, perché le reputa  fenomeno oscuro, minaccioso, invasivo, dispensatore di un linguaggio incognito ed incompatibile con la salute del territorio, timorosa  della realizzazione di impianti inadatti ad un’area come quella del Matese, un’ area a forte vocazione agroalimentare, con insediamenti archeologici di pregevole fattura ed un paesaggio di rara bellezza, che cerca una sua dimensione turistica che rischia di naufragare ancora prima di partire. .
Che fare affinchè la nostra Natura possa mantenere la propria anima “verde” e “vergine”? . Procedere ad interventi immediati, ad una consapevole presa di coscienza del problema nella sua interezza e complessità affinchè nulla sia lasciato al caso e all’ improvvisazione, sensibilizzare le istituzioni a vigilare e a prodigarsi per  la tutela  della salute pubblica , consapevoli, come devono essere,  che i guasti dell’ ambiente implicano per la Comunità più spese che utili,  guardare al Bene Comune e non all’interesse di pochi , perseguire il benessere fisico-psichico di un’ intera comunità fortemente penalizzata da recenti eventi negativi.
Corrado  Ientilucci segretario dell’Assoconsum di Campobasso

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