Fanelli: Il Patto per il Molise un toccasana, la direzione è quella giusta

«Il presidente Renzi è venuto in Molise – prima volta da premier – per mantenere un impegno preciso: firmare il Patto per il Molise che costituisce una grande occasione per il rilancio economico e occupazionale della nostra Regione». Così Micaela Fanelli, segretaria del PD Molise, commenta a freddo la visita del capo del governo nella nostra regione. Una visita svoltasi sotto una sapiente regia curata dalla presidenza della Regione Molise, che ha vissuto momenti toccanti, con la tappa di San Giuliano, aspetti pragmatici, con la firma del patto per il Sud presso l’Unimol, luogo simbolo della dotazione di capitale umano del nostro Molise, e in cui Renzi ha potuto toccare con mano il Molise dei valori ma anche il Molise che lavora e produce in eccellenza, con le visite alla Molisana e alla Unilever.

Incalzato dall’ottimo intervento del presidente Frattura – che ha ricordato anche le vertenze riguardanti il Molise, dalla necessità di salvare la Corte d’Appello alle grandi infrastrutture – il presidente Renzi ha avuto così un quadro complessivo della voglia di riscatto dei molisani, comprendendo la necessità di affiancare con convinzione l’azione del governo regionale. «Il cambiamento promesso è dunque, finalmente partito e sarà imperniato su metodi nuovi – dice Fanelli. Non più sprechi ma azioni mirate a finanziarie progetti concreti. I fondi per lo sviluppo – dunque – ora ci sono e, uniti alle misure per l’area di crisi, possono davvero segnare il definitivo rilancio del Molise». La visita di Renzi, per un caso fortuito, è arrivata alla vigilia della diffusione dei primi dati sull’economia del mezzogiorno a cura dello Svimez. Dati che incoraggiano l’ottimismo.

«Le prime stime, anticipate parzialmente alla stampa, certificano infatti alcuni importanti novità già emerse dalle indagini ISTAT: il 2015 è stato un anno di inversione di tendenza per il Sud Italia, il primo in cui si è di fatto arrestata la recessione» osserva Fanelli. Il Pil dell’area, secondo le stime della SVIMEZ, è cresciuto dell’1% contro lo 0,7% del resto del Paese. La ripartenza del Mezzogiorno, dopo anni di fortissima caduta del PIL, si deve soprattutto ai settori dell’agricoltura (+7,3%), del turismo e (in modo più tenue) al settore delle costruzioni (+1,1%), da sempre cruciale per l’economia del mezzogiorno. Secondo lo Svimez, a far da traino alla ripresa economica è stata la ripartenza del mercato del lavoro, piuttosto significativa, frutto della decontribuzione sulle nuove assunzioni e degli sgravi fiscali, con risultato che il Sud cresce addirittura più del centro nord.

«Naturalmente – conclude Fanelli- non c’è da dormire sugli allori. Anzi, come lo stesso Svimez ci avverte, il quadro resta piuttosto fragile ma non c’è dubbio che la notizia sia importante. Motivo in più per lavorare sodo. E, in questo, il patto per il Sud e i patti regionali sono un toccasana, ci daranno la spinta necessaria».

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