En plein di premi per l’artista molisano Rossodivita

Poeta, scrittore, musicista, artista pluripremiato ma soprattutto fuoriclasse, Gianfranco Rossodivita nasce in Molise nel 1966 e vive tra la Sicilia e l’Abruzzo. Ha all’attivo diverse pubblicazioni dalle quali l’autore ha tratto due recital di gran successo. Le sue opere sono state tradotte in inglese, greco, croato, olandese e francese.

Ha preso parte ad una lunga serie di prestigiosi eventi, tra cui il Memorial Domenico Modugno, con Albano Carrisi direttore artistico.

Il suo straordinario talento artistico è la sua infinita armonia interiore “capace perfino di scardinare i piani temporali delle correnti filosofiche del passato” lo ha condotto sul podio più volte. Infatti, è stato insignito di prestigiosi premi letterari tra i quali vale la pena menzionare il “Premio Letterario Internazionale “Victor Hugo”, il “Premio Nazionale di Poesia Giuseppe Altobello”, il “Premio Letterario Internazionale San Marco” a Venezia”, il “Premio Letterario Europeo Isola di Malta”, Il “Premio Città di New York 2009”, il “Premio Anna Frank 2010” ad Amsterdam, il “Premio Letterario Internazionale Città di Parigi 2012”, il “Premio Palma d’Oro per l’Arte” a Montecarlo; il “Gran Prix des Arts Visuels” a Cannes, il “Gran Premio Città di Dubrovnik 2016”, il “Premio Leonardo da Vinci”, il “Premio Internazionale Itaca 2017” in Grecia, la “Laudato Magister Honoris Causa” dell’Accademia Italia in Arte nel Mondo di Brindisi e il titolo di “Gran Maestro Premio Odissea 2018” della Città di Rocca Imperiale (CS).

Nonostante una mole di riconoscimenti prestigiosi, fa l’en plein e in soli quindici giorni porta a casa il Premio Letterario Fortuna Città di Bari il 25 giugno, il XIII Premio Internazionale Navarro a Sambuca di Sicilia il 2 luglio e il Premio Poseidone il 9 luglio a Lecce.

Di lui è stato detto che “è uomo che crede nell’amore come forza salvifica e talvolta esterna le vibrazioni del cuore rinvenendo in essa il nutrimento indispensabile per affrontare l’esistenza in modo meno angoscioso, superando, in suo nome, le molte e profonde lacerazioni spirituali ed esistenziali che ci travolgono”.

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