Nei nostri precedenti interventi abbiamo anche evidenziato delle situazioni non sempre convincenti, ma tutto è perfettibile e riconosciamo che è difficile rimanere nei parametri previsti dalla legge (da 82 a 54 scuole autonome) senza dover fare delle scelte drastiche e ineludibili. Il dimensionamento della rete scolastica molisana può aver lasciato l’amaro in bocca a qualcuno, ma era un impegno che andava rispettato e portato a compimento per il bene stesso della scuola molisana, tanto più che tale dimensionamento è stato approvato con larga maggioranza in Consiglio regionale e ha coinvolto in un confronto aperto e sereno sia le parti sociali, sia le amministrazioni locali, sia i Dirigenti scolastici, e non solo. I ricorsi presentati dalla provincia di Campobasso e dal comune del capoluogo denotano un completo disinteresse per i problemi della scuola molisana e sono il segnale dell’apertura della campagna elettorale per il rinnovo del consiglio comunale di Campobasso. Non sappiamo chi uscirà vincitore dai ricorsi, sappiamo con sicurezza che, comunque vada, perderanno la Scuola, gli alunni ed i cittadini del Molise. Già abbiamo vissuto una drammatica esperienza della confusione amministrativa e gestionale di un piano approvato e poi annullato dalla sentenza (mancate graduatorie, bilanci rifatti fino a sette volte, trasferimenti di personale annullati, ecc.), meccanismi difficilmente comprensibili per chi non vive nella scuola. La Scuola, perché possa funzionare efficacemente e possa garantire la qualità dell’offerta formativa, ha bisogno di avere un futuro non affidato alle sentenze dei giudici, ma alla responsabilità degli amministratori. Anche a causa del limitato numero di alunni, il sistema scolastico molisano, non può essere costituito da 82 autonomie, di cui circa la metà sottodimensionate, senza Dirigenza, senza DSGA e con uno sparuto numero di Assistenti Amministrativi. Ora c’è assolutamente bisogno del dimensionamento della rete scolastica e va bene quello deliberato, nonostante le tante riserve da noi poste ai tavoli.