Di Giacomo: Ma di Sanità chi parla?

Dopo quasi un anno di colpevole latitanza il governo ha nominato la struttura commissariale per il Molise. Indubbiamente si tratta di persone di grande spessore scientifico e che hanno nel loro curriculum esperienze manageriali di un certo livello, ma mi permetto di dire che in Molise probabilmente esistono cardiologi e igienisti dello stesso valore tecnico e manageriale, oltre ad avere maggiore conoscenza del territorio e delle sue necessità in campo sanitario.

Ma tant’è, si è voluto premiare “l’esterofilia” rispetto alle risorse locali e spero che questa decisione si dimostri un bene per il Molise, al di là degli slogan populisti e vendicativi di certa parte politica.
Sento e leggo che tutti vogliono “vigilare” sul settore della Sanità.
Il governo nazionale vuole vigilare inviando come commissario un ex generale, immaginando la sanità molisana nelle mani della criminalità organizzata e tutti noi come dei delinquenti abituali, e magari ignorando che il livello di tragica inefficienza dell’ assistenza sanitaria in questa regione è semplicemente la naturale conseguenza della incompetenza di chi l’ ha gestita negli ultimi anni.

Il Presidente Toma, convinto assertore del primato della politica anche nella gestione di un settore altamente tecnico e fortemente connotato come la sanità, che a mio modesto parere dovrebbe essere affidato ad esperti del settore a tutti i livelli di governo, vuole a sua volta “vigilare” sull’operato della struttura commissariale.
In questa sorta di gara a chi “vigila” di più, a molti viene un sospetto: c’è qualcuno che si preoccupa della salute dei molisani? C’è qualcuno che, oltre agli annunci e alle minacce, sia in grado di garantire il rispetto di un diritto costituzionale?


Si dovrebbe mettere mano in fretta alla rete dell’ urgenza/emergenza per il dolore toracico e il trauma cranico, utilizzando le eccellenze pubbliche e private, e smettendola una buona volta con le crociate contro il “privato” senza il quale probabilmente in questa regione non potremmo disporre ne’ di una cardiochirurgia ne’ di una neurochirurgia.


A titolo di esempio provate ad immaginare di organizzare “ex novo” un centro cardio-chirurgico o neuro-chirurgico nella sanità pubblica, diciamo al Cardarelli di Campobasso.
In un periodo in cui c’è carenza di medici e soprattutto di specialisti, un bando per l’assunzione di una dotazione minima H24 di cardiochirurghi e neurochirurghi andrebbe deserto, così come in tutta Italia vanno deserti i bandi degli ospedali piccoli e con pochi casi da trattare.
Altro che “stracciamo le convenzioni in essere”!


C’è la necessità di dotare il territorio delle strutture socio-sanitarie atte a decongestionare gli ospedali per acuti.
C’è l’urgenza di porsi il problema, al quale si accennava, della carenza dei medici, se non vogliamo trovarci tra qualche anno a chiudere anche i pochi ospedali rimasti.
I molisani hanno bisogno di certezze e di qualcuno che si preoccupi della loro salute, non di chi vuole solo vigilare o fare inutili polemiche.

Ulisse di Giacomo
Cardiologo, già Senatore della Repubblica

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