Decreto Madia: quale futuro per le società partecipate in Abruzzo e in Molise?

Le partecipate in Abruzzo rappresentano il 3% delle società con più di 6 mila addetti impiegati in un contratto stabile, ai quali dobbiamo aggiungere i lavoratori con contratti di collaborazione. Invece, sempre secondo il rapporto pubblicato dall’Istat, in Molise quasi una società su 100 è a partecipazione pubblica, con più di 400 lavoratori assunti in tutto il territorio regionale. “La CISL ha sempre denunciato l’inefficienza e gli sprechi delle imprese a partecipazione pubblica e dei servizi pubblici locali. L’attuazione effettiva della riforma rappresenta una sfida per il mondo della politica ma anche per il sindacato, – continua Spina”.


Fino ad oggi gli interventi normativi di riordino sono stati numerosi ma assunti in maniera disorganica. La legge 7 agosto 2015, n. 124, invece, delega il Governo in materia di riorganizzazione della pubblica amministrazione, il quale ha scelto la strada dei testi unici, il primo è stato pubblicato l’8 settembre 2016 (d.lgs. 19 agosto 2016, n. 175).
“Il nuovo quadro che si sta delineando mira a disciplinare sistematicamente le imprese pubbliche, in linea con i principi di una gestione efficiente, di tutela della concorrenza e della necessità di ridurre la spesa pubblica. Il Decreto sostanzialmente prevede una drastica riduzione delle società partecipate, con particolare riferimento alle scatole vuote, alle società inattive e a quelle che non producono servizi indispensabili per la collettività. Le pubbliche amministrazioni, per 6 mesi, devono procedere ad una revisione straordinaria delle loro partecipazioni in società. Nell’articolo 4 del Testo Unico, – ha spiegato Marcello Gargiulo, Esperto Confederale – sono elencate le varie possibilità per le Pubbliche Amministrazioni di avere il controllo, totale o parziale, delle partecipate per le proprie finalità istituzionali e per nessun altro caso. Al termine dei 6 mesi saranno trasmessi alle Regioni gli elenchi degli esuberi del personale, che dovrà ricollocare. Passati altri sei mesi, i dipendenti rimasti senza una ricollocazione saranno inseriti negli elenchi inviati all’Agenzia per le politiche attive del lavoro”.
Il “Decreto Madia”, sulla riforma delle società a partecipazione pubblica, creerà non pochi problemi in Italia, in Abruzzo e in Molise, perché fino al 30 giugno 2018 le società controllate dalla P.A. non potranno assumere nuovo personale a tempo indeterminato salvo che per i profili “infugibili”.
“Stiamo rischiando di creare un nuovo caso “esodati”. Ad oggi non abbiamo numeri certi sul personale in esubero e non ricollocabile dopo il processo di riforma previsto dal Decreto 175/2016, – denuncia Giovanni Luciano, Segretario Confederale CISL-. I problemi sono i tempi di attuazione della riorganizzazione, non si può aspettare il 2018 per fare il punto della situazione. Alla base di questo emendamento c’è una scelta politica confindustriale: cacciare la pubblica amministrazione dalle società partecipate. È giusto dare un ordine alla proliferazione della società con processi di riorganizzazione e aggregazione per una proficua gestione aziendale”.
“Dobbiamo continuare a tutelare i lavoratori che rappresentiamo e il bene comune e trovare le soluzioni per il personale in esubero. La CISL deve vigilare sui processi di riorganizzazione delle società partecipate, per fare in modo che l’azione di razionalizzazione non intacchi i livelli qualitativi ed occupazionali dei servizi, – ha concluso il Segretario Nazionale Luciano”.

 

 

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