Con il voto di stamattina, il Parlamento europeo chiede alla Commissione Europea di rivedere la propria posizione iniziale, rafforzando i controlli sugli scambio internazionali, in un momento in cui l’industria dell’Unione subisce la concorrenza sleale dei competitor globali. Con il voto di oggi, il Parlamento chiede alla Commissione non di innalzare dazi doganali indiscriminati, ma di salvaguardare i legittimi interessi della industria europea, rispetto a comportamenti sleali e contrari alle norme del WTO posti in essere da paesi non membri.Il Parlamento chiede, quindi, alla Commissione maggiore rispetto per il principio di reciprocità tra le economie, tenendo conto anche di aspetti sociali e della tutela ambientale, quando questi diventano uno strumento per fare concorrenza sleale sui mercati internazionali.“Per il sistema delle relazioni industriali europee e per il modo di concepire lo sviluppo e la crescita globale, il voto odierno del Parlamento europeo rappresenta una svolta storica: parametri sociali e ambientali entrano a pieno titolo tra le misure su cui si costruiscono e si regolano gli scambi commerciali tra Ue e il resto del mondo. Inoltre, per la prima volta, nella definizione dell’interesse dell’unione sarà determinante anche il parere e l’interesse dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali”, afferma il vice capodelegazione del Pd al Parlamento europeo Andrea Cozzolino, relatore ombra della proposta.“I diritti e la qualità del lavoro, insieme alla sostenibilità e alla tutela dell’ambiente sono parte non più scindibile dei processi di crescita e di sviluppo. Una crescita e uno sviluppo economico non più basati sul consumo dell’ambiente e sulla riduzione dei diritti dei lavoratori, ma sulla redistribuzione del benessere e della tutela delle risorse ambientali”, conclude Cozzolino.