Contratti, la legge Brunetta rischia di vanificare i rinnovi. Ripercussioni anche in Molise

“Le retribuzioni dei pubblici dipendenti sono bloccate dal 2009. Il pubblico impiego ha contribuito con i propri sacrifici a risanare i bilanci, ma la spesa pubblica è cresciuta lo stesso: evidentemente il problema del Paese non sono gli stipendi dei lavoratori! I contratti vanno firmati al più presto; ma rischiano di essere vanificati dalla legge 150/2009, che al primo rinnovo contrattuale causerà un danno economico immediato”. Cosi Sonia Ostrica, Segretaria Generale della UIL RUA (Ricerca, Università e Afam).

“Non sarà infatti più garantita la retribuzione accessoria anche se fissa e ricorrente, per la parte prevalente, con un danno di diverse centinaia di euro in meno al mese in busta paga! Questa legge, fortemente voluta dall’allora ministro Brunetta, impone, tra l’altro, una riduzione preventiva dei comparti di contrattazione da 12 a 4 per poter sottoscrivere il contratto, con il rischio di non riconoscere e valorizzare le specificità e le eccellenze degli enti di ricerca, delle università e del comparto AFAM (ossia i conservatori e le accademie).

“La UIL RUA, conclude Sonia Ostrica, ritiene che per questi tre settori sia indispensabile un unico comparto di contrattazione, ed aprire quanto prima la stagione dei rinnovi contrattuali, ma se il confronto avverrà con l’attuale legge 150/2009 vigente e con le uniche somme, quattro spiccioli risibili, stanziate dal governo nella legge di stabilità, il sindacato non potrà accettare che si concretizzi un danno maggiore nei confronti dei lavoratori a fronte dei presunti vantaggi”.

Sulla questione è intervenuto anche Andrea Cutillo, Segretario della UIL RUA del Molise il quale ha ricordato come “anche l’Università del Molise ed il Conservatorio di Campobasso dovranno fare i conti con il progetto di unificazione in un unico comparto con la Scuola che si va profilando: ciò significherà la mortificazione di queste identità culturali che da sempre hanno rappresentato al meglio il territorio della nostra regione, in considerazione della dimensione ridotta degli Enti di Ricerca, dell’Università e del settore dell’AFAM rispetto al variegato mondo della Scuola.

Il danno maggiore, come purtroppo accade spesso in questi ultimi anni, lo subiranno i lavoratori che in virtù dell’ormai famigerato meccanismo del 25-50-25, previsto dalla normativa Brunetta che obbliga ad etichettare un quarto dei lavoratori come fannulloni, vedranno decurtata la propria retribuzione in virtù dell’attribuzione della parte prevalente del salario accessorio, secondo i criteri deleteri della normativa.

Tutto ciò -conclude Cutillo- rischia di vanificare gli sforzi che il Sindacato ha prodotto negli ultimi anni, quando attraverso la Contrattazione Integrativa tenuta sia all’Unimol che al Conservatorio, ha favorito, anche grazie all’ascolto da parte delle amministrazioni delle istanze presentate, la destinazione di risorse ai lavoratori secondo criteri che valorizzano professionalità ed impegno di ciascuno, alleviando in parte il danno economico prodotto dal blocco degli stipendi.

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