A tal riguardo la Commissione tramite una nota ha evidenziato che: “le Pmi in larga misura sono dipendenti dai prestiti bancari tradizionali, limitati dalle capacità di rifinanziamento delle banche, dalla loro propensione al rischio e dall’adeguatezza dei capitali, ecco perché gli aiuti di Stato sono essenziali in quanto, possono intervenire a colmare un gap nel capitale, non sostituendo i canali di finanziamento esistenti ma attraendo nuovi capitali attraverso strumenti finanziari e misure fiscali specifiche. Per questo motivo, Bruxelles ha dato vita a un nuovo quadro di aiuti di Stato più flessibile e semplice con l’obiettivo di aiutare soprattutto le aziende che vogliono innovare. Quadro che prevede regole che allargano il bacino d’imprese non solo alle Pmi ma anche le cosiddette piccole ‘midcap’ e quelle innovative con costi per ricerca e sviluppo pari al 10% del totale dei costi operativi. Aumentata, inoltre, la soglia di aiuto compatibile con le norme UE: che passerà da 1,5 milioni di euro l’anno a quindici milioni. Ampliati anche gli strumenti finanziari ammissibili come: equity, quasi equity, garanzia e prestiti”. Infine, è stata diminuita la soglia minima di partecipazione di capitali privati in modo che lo Stato può intervenire soprattutto in quelle aziende che non riescono ad attrarre capitali di rischio soprattutto se questi provengono da privati.