Ciocca replica a Di Giacomo: il senatore fugge dalle verità a gambe levate

ciocca consigliereHo appreso stamattina, con dispiacere, che l’illuminato senatore Ulisse Di Giacomo non prenderà parte alla riunione convocata in Prefettura per la nota vicenda dei lavoratori, già precari, dell’Agenzia Regionale di Protezione Civile. Me ne dispiaccio per ovvi ed evidenti motivi:  sentiremo molto la mancanza dei suoi autorevoli e fondati suggerimenti, delle proposte serie e concrete che apporta sempre al dibattito e alla risoluzione dei problemi. Avrei però la necessità di ottenere chiarimenti, cosa che di fatto ho già chiesto in queste settimane di veleni, sui documenti analizzati dall’illustre Senatore della Repubblica a sostegno delle sue sempre congrue analisi.

Non risulta alcun contratto triennale, né tantomeno pare esserci capienza finanziaria per sostenere la macchina (prelettorale?) messa in campo per completare (che parolone, vero?) la ricostruzione post sisma.
Sono purtroppo fatti incontrovertibili: invito il Senatore a consultare il Bilancio dell’Arpc,  a verificare i costi e le scelte quantomeno irrituali compiute, a leggere i “contratti tipo” stipulati all’indomani dell’esito delle selezioni concorsuali al vaglio (ormai è acclarato, vero Senatore?) di una inchiesta della Procura della Repubblica.
Spiace verificare l’estrema superficialità con la quale si affrontano tematiche che hanno evidenti ripercussioni, e su questo non posso che dare ragione al nostro autorevole esponente in Senato, sulla vita di migliaia di molisani.  Sì, perché ci sono anche migliaia di persone che dopo 12 anni trascorsi tra emergenza, ordinarietà, promesse e paroloni da campagna elettorale, vivono ancora fuori dalle proprie case!!!
Ha mai visitato, il Senatore che adesso è anche parte della maggioranza allargata del Governo Letta,  i comuni del cratere sismico, quelli extra cratere?  Ha mai sentito il dovere di incontrare chi vive la precarietà di vita da 12 anni? Ha mai toccato con mano cosa hanno prodotto il lassismo di questo decennio, le promesse fatte e mai mantenute, la smania di creare ogni strapuntino utile per il “bisognoso” di turno?  Si è reso conto che così facendo sono state letteralmente soffocate le tante professionalità presenti nell’Arpc, alle quali è stato impedito di svolgere il proprio lavoro con coscienza?
Il tempo delle illusioni, dei giochi di prestigio nello spostare i fondi e nel far lievitare le somme a disposizione è finito. In un anno sono stati  impiegati circa 5 milioni di euro per la gestione del personale. La somma a disposizione per i prossimi 5 anni è identica. Non trova, il senatore, che nell’evidenza di questo dato ci sia la vera storia dell’Arpc? Tristi verità dalle quali il senatore della Repubblica, Ulisse Di Giacomo, preferisce scappare. E pure a gambe levate.

Salvatore Ciocca

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