Alla Vibac dopo i diritti vogliono azzerare anche la dignità. La nota di Zambianchi (Filctem Cgil)

Due anni fa la Vibac annunciò la chiusura dello stabilimento avviando una procedura di licenziamento collettivo che poi sfociò nel nulla, anzi nel tempo è stata confermata la linea aziendale, già in corso due anni fa, di continuare con gli investimenti per rimanere competitivi nel mercato di riferimento. Quella procedura di licenziamento collettivo però, fece arretrare i diritti dei dipendenti di 4000 euro all’anno sfruttando la paura generata dallo spauracchio della chiusura. La stessa operazione la Vibac l’ha tentata a Viggiano (Potenza), ma li i lavoratori hanno fatto le barricate e la bufala del licenziamento collettivo non ha funzionato. Addirittura l’azienda a febbraio 2015 ha annunciato un investimento di 8 milioni di euro. La Vibac a Termoli, dopo aver praticamente azzerato la contrattazione di secondo livello con le minacce del 2013, ha proceduto nelle ultime settimane ad irrogare decine di contestazioni disciplinari, la maggior parte delle quali sfociata in un nulla di fatto.
Tra queste una contestazione disciplinare lunga 7 pagine dove ad un dipendente venivano contestati fatti accaduti addirittura prima dell’avvio del suo rapporto di lavoro in azienda. Il 16 settembre 2015, assistito dalla CGIL, tale dipendente accettava di essere ricollocato a mansioni diverse in Vibac, rinunciando a contestare gli addebiti dell’azienda. Questo patto tra gentiluomini è stato violato dall’azienda che, non solo non ha ricollocato il dipendente, ma lo ha anche licenziato. Caro nuovo direttore della Vibac, vuole anche la dignità dei lavoratori? Se così è mi duole avvertirla che in tanti ci hanno provato, ma la dignità è un qualcosa che i lavoratori difficilmente le daranno. La sua discutibile gestione dei provvedimenti disciplinari dove lei da è toglie provvedimenti come se non esistesse nessun altro potere che i suoi capricci del momento, non può essere condivisa da nessuno. I licenziamenti saranno sicuramente gestiti nei tribunali di competenza e ci vorrà del tempo per acclarare la verità, ma nell’immediato la CGIL la seguirà molto da vicino in modo che lei possa apprezzare e capire, oltre ai doveri, anche i diritti dei lavoratori e quelli delle organizzazioni sindacali, a partire dall’art. 28 Legge 300 del 20 maggio 1970 che lei, il 16 settembre asseriva di non conoscere.
Lino Zambianchi Il segretario generale della Filctem CGIL Molise

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