Agricoltori danneggiati da animali selvatici, la UE ne riconosce la gravità

La Commissione europea ha dichiarato compatibile con la norma sugli aiuti di stato la predisposizione, a livello nazionale o regionale, di apposite misure di prevenzione, controllo e risarcimento dei danni provocati dalla fauna selvatica alle attività degli agricoltori.  La Coldiretti Molise evidenzia che è sempre più urgente la predisposizione, a livello nazionale e regionale, di apposite e più efficaci misure di prevenzione, controllo e risarcimento dei danni provocati alle attività degli agricoltori dalla fauna selvatica, soprattutto ora che, da pochi giorni, sono state espressamente ritenute ammissibili dalla Commissione europea, nel rispetto delle condizioni fissate dagli “Orientamenti dell’Unione europea per gli aiuti di Stato nei settori agricolo e forestale e nelle zone rurali 2014-2020” e dal Regolamento (UE) n. 702/2014 della Commissione del 25 giugno 2014, che dichiara compatibili con il mercato interno, in applicazione degli articoli 107 e 108 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, alcune categorie di aiuti nei settori agricolo e forestale e nelle zone rurali. La questione coinvolge particolarmente il Molise, considerato che è stimabile  ad oltre 800.000 euro annui il costo, per la Regione Molise, dei danni causati da cinghiali ed animali selvatici, una cifra che necessita di adeguati provvedimenti preventivi e che non è sufficientemente indicativa dei reali danni subiti dalle aziende agricole, dato che, a causa delle lungaggini burocratiche e dell’esiguità del valore degli indennizzi, irrisori rispetto al reale danno, molti rinunciano a presentare le richieste. Nell’ultimo decennio, denuncia la Coldiretti Molise, è divenuta sempre più insostenibile, oltreché costosa, la convivenza sul territorio regionale tra gli agricoltori e le specie di animali selvatiche (cinghiali, lupi, ecc.) e rinselvatichite (cani randagi), la cui consistenza numerica ha raggiunto livelli troppo eccessivi, tali da non poter essere più tollerata, con gravi conseguenze anche per gli automobilisti, che sempre più spesso subiscono gravi incidenti, soprattutto per i cinghiali e di notte.  Per i soli cinghiali, richiama come esempio la Coldiretti Molise, dal censimento effettuato dall’Università del Molise e presentato, dai tecnici rilevatori, presso la Provincia di Campobasso, risulta un numero di capi di cinghiali, nell’Oasi di monte Vairano, che supera i 28 capi ogni 100 ha, mentre la legge regionale ne ammette solo 2,5 capi ogni 100 ha.  In tale situazione – rivendica la Coldiretti Molise – diventa vitale, per le aziende agricole e per l’ecosistema naturalistico regionale, l’attuazione dei piani di gestione, messi già a punto dall’Ispra, considerato che il fenomeno è da ritenere una vera e propria emergenza. Serve, inoltre, promuovere misure di prevenzione e sostegno attivando bandi per investimenti destinati ad interventi strutturali, ed adoperarsi per misure di prevenzione dei danni e per il cofinanziamento di strumenti di gestione del rischio (assicurazioni). La Coldiretti Molise, chiede che, in linea con le posizioni a livello europeo e nazionale, la Regione Molise e le Provincie si attivino, in funzione delle responsabilità, funzioni e ruoli loro attribuiti, per realizzare iniziative ed attività urgenti ed improcrastinabili per limitare la presenza dei cinghiali ed animali selvatici ed inselvatichiti nel Molise e garantire, in tempi adeguati, il pagamento dei danni riconosciuti agli agricoltori.

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