Verso le Regionali/ Molise, Italia

Appena terminata l’incredibile sequela di esposizioni mediatiche, stamattina i molisani si saranno sentiti come il pugile rintronato dopo il ko subito dall’avversario. Crozza ha detto che il Molise era stato ignorato dall’Unità d’Italia in poi e adesso sembra il centro del mondo; a determinare questa ed altre affermazioni simili è stato il ricorso alla presenza dalle nostre parti da parte dei leader politici nazionali ed il seguito di telecamere, notizie stampa, inviati e giornalisti come nessuno aveva visto finora, neanche Roma o Milano ai tempi d’oro. Io non sono mai stato in Ohio, quindi non so se il paragone fatto ovunque con questo Stato americano debba essere interpretato come prestigioso o meno, so di certo che tanta attenzione, pur analizzando tutto quello che c’è da analizzare, è esagerata, ma forse è figlia dei tempi mediatici e multimediali. La chiusura di campagna elettorale ieri sera a Campobasso è stata qualcosa che sicuramente non rivedremo: Silvio Berlusconi in Piazza Prefettura e la supertruppa dei Cinque Stelle, con Di Maio, Di Battista, Taverna e Castaldo in Piazza Municipio. A corredo di tutto, un colpo d’occhio incredibile, con migliaia di persone nelle due piazze e lungo il breve tragitto che le divide e con una marea umana, che nel caso del comizio pentastellato è irriproducibile, fatta eccezione per il momento della benedizione dei Misteri a Corpus Domini. “Tutto molto interessante” direbbe un cantante ‘cult’ dei giovani, ma tutto assolutamente imprevisto fino ad un paio di mesi addietro. Si potrebbe dire che lo slittamento della data delle elezioni, che ho fortemente criticato e ancora considero strategicamente illogico, alla fine sia stato il miglior atto di fine legislatura da parte di Paolo di Laura Frattura e la maggioranza a palazzo Vitale; peccato, però che le intenzioni dell’uno e degli altri non erano certo di assistere all’invasione degli ‘azzurri’ e dei ‘gialli’ da spettatori inermi ed ignorati. Quello che in sostanza è stato solo un provvedimento dettato dalle pressioni dei consiglieri regionali, con logiche che volano molto basse, è diventato lo ‘spottone’, il miglior biglietto da visita turistico per il territorio; ma ai posteri, quando si citeranno i personaggi di un tempo, non verranno elencati nomi nostrani tra i protagonisti. A prescindere dall’esito elettorale, quello che si è visto nelle piazze è stato il ritorno dei giovani; in particolare in quella pentastellata ho visto centinaia di volti in età da ‘prima volta alle urne’, con zainetto e macchina fotografica o cellulare al seguito; sorrisi ampi e battute a go-go, birra e panini, in un clima che è l’evoluzione tecnologica degli anni ’70. L’augurio è che, con la certezza che fra due o tre giorni torneremo ad essere la ventesima regione d’Italia in tutti i sensi, tutto questo non resti un’incompiuta e che il Molise riesca a togliersi di dosso la patina di immobilismo, apatia, raccomandazione e segnalazione, in alcuni casi parassitismo e conventicole, che da troppo tempo stanno tarpando le ali a chi vorrebbe considerarsi come gli altri, cioè ‘normale’. Dire: “Molise, Italia” e non trovare sguardi di ignorante meraviglia dall’altra parte sarebbe già un successo. Qualcosa i fatti di questi giorni hanno già prodotto: in futuro ai nipotini potremo dire “io c’ero”; e, alla fine, accontentarci di ciò sarà già qualcosa.

Stefano Manocchio

Commenti Facebook