TPL/ Faisa Cisal e Ugla: le mezze verità

Abbiamo assistito, in questi giorni, all’ennesima polemica riguardante la soc. ATM SpA.
La replica della società alle accuse, secondo il nostro parere, rappresenta solo una parte della realtà.

Pertanto, illustriamo ancora una volta i termini della questione. Nel 2010, la regione Molise, per determinare un equo corrispettivo alle aziende di trasporto, secondo giurisprudenza e norma, ha incaricato lo studio commerciale D’Abate per compensare adeguatamente le aziende.

Premesso che lo studio è stato condotto sui bilanci delle società stesse,
contrariamente a quanto previsto dalla sentenza Altmark ( … una società media ben gestita …), senza alcun termine di paragone con altre società, diamo per scontato che la società abbia chiesto ed ottenuto giudizialmente quanto previsto dallo studio D’Abate per le accise, cioè quelle risorse, sovvenzionate appunto con le accise sui carburanti, destinate al
finanziamento del contratto nazionale stipulato nel 2004, per la promozione del servizio del TPL e per il processo di riforma (L.244/07, art.1, c.295 e succ.) e che lo studio D’Abate ha quantificato, per la società ATM, in €. 667.220 annui, corrispondente a € 0,16 a km (€ 667.220/km 4.134.500,25).

Tuttavia, quello che manca per completare il quadro complessivo è che tale risorsa, detratta dal conteggio totale per determinare il costo finale, perché dovuta dallo Stato, è inferiore ai 20 centesimi al km in più, rispetto al risultato finale dello studio, riconosciuti dalla Regione nel contratto di servizio, € 1,84, in luogo di € 1,64. Per questa maggiorazione il maggior importo è pari ad € 826.900,05 (€ 0,20 * km 4.134.500,25), cioè superiore alle risorse delle accise.

Non solo, nel medesimo studio è previsto un importo per il contratto di secondo livello di oltre € 10.000 annui medi a favore dei dipendenti, cioè il 44% in più del contratto nazionale (in pratica, fatto 100 il contratto nazionale, la Regione eroga per il personale dipendente 144). Noi abbiamo anche quantificato questo costo in € 1.456.653,87 (dipendenti 137*€10.632,51 parametro medio 158 pre 2000). Pertanto, non essendo mai stato stipulato un accordo aziendale, anche queste risorse, non riconosciute ai dipendenti, superano ampiamente quelle delle accise.

Non basta, la Regione ha attribuito altre condizioni più che favorevoli, sempre dall’anno 2011:

Il corrispettivo è stato indicizzato all’indice Istat del settore trasporti, non già all’indice d’inflazione programmato, come previsto dal D.Lgs 422/97, art.19, comma 3/d. Dopo l’annullamento della scala mobile ai lavoratori, la scelta risulta scandalosa;

Un utile garantito del 10% sul patrimonio netto, oltre al rimborso delle imposte sugli utili (non abbiamo mai visto una retrocessione delle imposte dovute), mentre il reg. CE 1370/07 prevede la media degli utili delle imprese del settore. In questo caso con un rendimento del capitale, in assenza di rischi, assolutamente fuori mercato;


Come di tutta evidenza, non c’è alcuna giustificazione per il ritardo del pagamento dello stipendio, anche perché crediamo che la regione Molise sia l’unica che paga mensilmente le aziende. L’eventuale pagamento in ritardo della Regione, dovute anche a responsabilità aziendali, non può incidere sui rapporti fra azienda e dipendenti, anche perché i ritardati pagamenti delle retribuzioni sono decennali e riguardano diverse mensilità. Se un’azienda non è in grado di pagare nemmeno una mensilità, senza ricevere le risorse della Regione, ci fa sorgere molti dubbi sulla sua capacità gestionale. 2/2 Sulle iniziative dei lavoratori occorre specificare che hanno solo due possibilità di recuperare quanto spettante:

Il decreto ingiuntivo, che comporta dei tempi lunghi per l’opposizione della società stessa, con maggiori oneri legali sempre a carico della Regione;

L’intervento sostitutivo, previsto dal Codice degli Appalti, intervento mai attuato nel passato. Secondo la società, tutti i dipendenti dovrebbero attendere la fine del contenzioso ATM/Regione, per essere retribuiti. Evidentemente, non è sufficientemente informato sulle difficoltà economiche di molti suoi dipendenti. Pertanto le accuse rivolte ai sindacati, completamente estranei ai decreti ingiuntivi, perché sarebbe una indebita ingerenza nei bisogni dei lavoratori, sono pura fuffa. Sull’intervento sostituivo l’azienda ha solo aderito all’operazione, ma l’intervento può essere chiesto solo dai dipendenti (DPR 207/10).

Sui rapporti Regione/ATM.
Diamo atto all’attuale assessore dott. Pallante di aver sbloccato il tabù dell’intervento sostitutivo per il pagamento delle retribuzioni in luogo della ditta inadempiente e confermato nella odierna riunione presso il Consiglio Regionale.
Un intervento chiesto dal dicembre 2014 dalle scriventi OO.SS. e reiterato nel corso del tempo, per questo non vediamo la necessità di prostrarci per un atto dovuto quale l’applicazione di una legge dello Stato, chi vuole è libero di farlo. Tale comportamento è estraneo al nostro modo di essere ed alquanto indegno in sani rapporti istituzionali.

Cogliamo l’occasione per sollecitare la richiesta di convocazione, finora inevasa, perché la retribuzione è solo uno dei problemi del TPL regionale. Accenniamo solo, per brevità, alle richieste fatte per la questione delle spese legali delle aziende. L’attuale situazione (il mancato ristorno delle spese legali da parte della Regione), ci sembra assurda e un’alterazione dei rapporti fra Aziende, Regione ed OO.SS., le aziende non sopportano alcun rischio d’impresa, qualsiasi controversia è sempre portata in giudizio, senza alcun tentativo di conciliazione, tanto, anche in caso di soccombenza, i fondi sono tratti sempre dall’attività di trasporto.

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