Shoah, Toma: “Preservare la memoria affinché il tempo non offuschi il senso del ricordo”

Il 27 gennaio del 1945 le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz. Una data storica, considerata unanimemente come la fine dell’Olocausto, forse il più aberrante dei crimini commessi nella storia dell’umanità. Una data che è un invito a perenne memoria di quel dramma indicibile, inspiegabile, un buco nero nelle nostre coscienze di cittadini del mondo.

Il 27 gennaio evoca oggi la necessità di una riflessione ancora più profonda che in passato. Le testimonianze dirette sono ormai pochissime, limitate alla memoria dei bambini, oggi anziani, sfuggiti ai campi di concentramento o caduti da un camion mentre la mamma o il papà venivano trascinati via dai nazisti. Non possiamo neanche immaginare quale sofferenza possa avere attraversato la mente di queste donne e di questi uomini, anime lacerate, vittime di una perversa visione di un mondo fondato sulla discriminazione, sulla sopraffazione, sulla distinzione tra razze. Assurdo pensarlo, ma è andata così, finanche il nostro Molise fu territorio di campi di internamento.

Deportazione, prigionia, morte: gli echi di quello strazio ci arrivano oggi a intermittenza, sinistri, impietosi, ma sempre più lontani nel tempo.

Rimediare a quella barbarie è impossibile. Possiamo tuttavia circoscrivere quel virus, isolarlo, renderlo meno contagioso. Sappiamo bene che i germi dell’odio e del razzismo sono ancora diffusi nella nostra società. Dimenticare, oggi, vuol dire non riconoscere il passato con il rischio di equivocare il presente.

Viviamola nella condivisione questa Giornata. Viviamola con i nostri ragazzi, nelle scuole, a casa. Facciamo in modo che quella ferita a morte sia in parte curata dai nostri pensieri e che il tempo non offuschi il senso del ricordo.

Come molisano e come rappresentante delle istituzioni sono felice che il nostro territorio onorerà la ricorrenza con diverse iniziative di associazioni, amministrazioni, donne e uomini. E’ anche a loro che oggi va il mio pensiero, ai cittadini custodi della memoria, sentinelle di un orizzonte in cui la dignità umana non dovrà mai più essere dilaniata dal più disumano dei crimini.

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