Sciopero dipendenti Amministrazione Giudiziaria: Gravissime carenze di personale e mancata valorizzazione

La FP CGIL Abruzzo e Molise, Cisl FP AbruzzoMolise e UIL PA Molise annunciano che venerdì 28 giugno è stato proclamato lo sciopero dei dipendenti della Giustizia. Le ragioni che hanno spinto le Segreterie nazionali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa ad indire lo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori dell’amministrazione giudiziaria è la drammatica situazione in cui versa questo importante settore dello Stato.


Ci sono gravissime carenze di personale e nel 2021 ci sarà un vuoto di organico pari al 50%. I lavoratori in servizio sono anziani, demotivati e pagati meno di tutti gli altri del settore pubblico. È evidente che si sta mettendo a serio rischio l’apertura degli uffici giudiziari.
Più volte al Ministro Bonafede è stato chiesto di agire su due piani: un piano di assunzioni (e non quella manciata annunciata solo per rabbonire l’opinione pubblica) e la valorizzazione del personale in servizio (attraverso il rispetto degli accordi presi nel 2017 che prevedono progressioni giuridiche ed economiche per tutto il personale). Nulla è stato fatto, il Ministro ha fatto orecchi da mercante.


Nell’incontro del 2 aprile scorso, le OO.SS. nazionali, hanno spiegato al Ministro che nonsono sufficienti nuove assunzioni. Infatti, quelle previste nel 2019 (4200 unità circa), eccezion fatta per i 903 assistenti giudiziari che saranno rapidamente assunti dalla graduatoria degli idonei dell’ultimo concorso, diventeranno fruibili solo all’esito dell’espletamento delle procedure concorsuali ossia in tempi che non consentiranno di guarire il paziente prima che lo stesso muoia dissanguato. puntare su coloro che resteranno negli uffici i quali vannodal punto di vista professionale ed incentivati dal punto di vista economico.


Nella sostanza le OO.SS. hanno prospettato al Ministro una strada alternativa a quella da lui delineata, un percorso che è l’unico in grado di dare risposte nell’immediatezza, senza oneri aggiuntivi adello Stato.
Come prima iniziativa di lotta, la FP CGIL Abruzzo e Molise, Cisl FP AbruzzoMolise e UIL PA Molise, insieme ai lavoratori della Giustizia del Molise, hanno organizzato, per giovedì 20 giugno a partire dalle ore 11:00 e fino alle ore 14:00 nei locali del Tribunale di Campobasso, un’Assemblea Unitaria che vedrà la partecipazione dei Coordinatori Giustizia nazionali della CISL FP (Eugenio Marra) e UIL PA (Domenico Amoroso).
Durante i lavori si procederà all’analisi delle contingenti condizioni in cui versa il nostro settore su scala regionale ed i lavoratori saranno coinvolti in un attivo e costruttivo dibattito.


Ormai la situazione è divenuta insostenibile, infatti negli ultimi anni la riforma della Giustizia è stata il leitmotivdei Governi e, purtroppo, tali riforme hanno avuto due fondamentali e costanti caratteristiche: la settorialità,cioè il fatto di riguarnon il “sistema” sua interezza, ma singoli parti di esso; la carenza di investimenti, pari o vicino allo zero, che hanno condizionato il restante quadro pseudo-riformista.
La drammatica situazione del settore è il risultato di almeno venticinque anni di cattiva gestione politica della Giustizia ed è sotto gli occhi di tutti: riforme, controriforme, riorganizzazioni, tutte realizzate senza adeguati investimenti in risorse umane, materiali e finanziarie e tutte realizzate a costo zero. , quindi, sostenere un percorso che miri ad una giustizia rapida ed efficiente, ma l’efficienza del sistema giustizia non si misura solo con i parametri dei freddi numeri che non guardano le condizioni in cui operano i magistrati ed i lavoratori della giustizia.


Per noi occorre, soprattutto, garantire un servizio giustizia di qualità tutto il territorio nazionale garanzia della collettività ciò non può non passare attraverso la valorizzazione e la riqualificazione del personale, la realizzazione di un piano di investimenti adeguato ed un serio progetto di ammodernamento coinvolga tutti gli operatori della giustizia al fine di rendere al cittadino un diritto, sancito dalla Costituzione, fondamentale ed irrinunciabile in un Paese civile.

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