Riccia consegna il Pd a Micaela Fanelli.

foto pdDopo un mese di campagna elettorale vivace e a tratti violenta, ieri sera l’epilogo sulle primarie del Partito Democratico molisano.
Due le candidate e altrettanti gli assett a loro sostegno: da un lato Laura Venittelli, onorevole, sostenuta dall’ala “conservatrice” del Partito e che intendeva rappresentare la continuità della gestione locale di quel Partito, fiancheggiata da Roberto Ruta, Danilo Leva, Francesco Totaro, Massimiliano Scarabeo, Michele Petraroia e la Direzione locale del Partito.

Dall’altro Micaela Fanelli, Sindaco di Riccia, sostenuta dell’ala “innovatrice”, antesignana del renzismo molisano (anche se Vennittelli rientra in quell’area nazionale del Pd), con la fianco il Presidente della Giunta Paolo Frattura, Vittorino Facciolla, i giovani del Pd, l’area di Cuperlo e quella di Civati. Ufficialmente.
A sostenere la sua candidatura, poi, anche altri gruppi e movimenti che hanno inteso spontaneamente essere accanto alla “Sindachessa“, creando forti scontri proprio fra le due ali del Partito. Non si dice nulla di nuovo se poniamo nella competizione, accanto della vincente, il gruppo riconducibile ad Aldo Patriciello, l’Italia dei Valori, Sel ed i Comunisti italiani. Tutti a “tifare” Fanelli.
Alla luce di questo forte appoggio, in tanti si aspettavano una vittoria schiacciante della giovane Micaela ma se andiamo ad osservare i dati finali, se non fosse stato per il suo Comune dove si è respirata aria Bulgara, con 1500 a 0 praticamente, ci troveremmo sostanzialmente di fronte ad un pareggio.
Quindi, è d’obbligo tener presente che i due gruppi sul territorio, men che a Riccia, si sono tutto sommato equiparati e consegnando alla Fanelli le chiavi di un Partito sostanzialmente spaccato in due tronconi.
Da oggi, naturalmente, il neo Segretario lavorerà a ricompattare il più possibile e far crescere la sua figura di rappresentanza, ma il punto di partenza è questo.
Un risultato che tutti i rappresentanti, i militanti e gli esponenti possono ostentare è una massiccia partecipazione al voto che ha sfiorato le 17.000 unità, con la pecca però di essere stati molto fiacchi nei centri più grandi raccogliendo a Campobasso circa 1000 voti, scarsi 900 a Termoli ed Isernia.
Proprio nelle zone dove Venittelli era data avanti rispetto alla competitor.
Comunque, in politica i numeri hanno l’ultima parola e queste primarie hanno detto che Fanelli con il 55% dei voti diventa neo segretario del Pd. Punto.
Da questo momento, come ha dichiarato a caldo Frattura, si guarda avanti e si procederà ad un cambio di passo del gruppo, affermazione questa che dovrebbe preoccupare qualche esponente dell’area ex-dirigente del partito sia a livello cittadino che regionale.
Dopo gli adempimenti di rito, la nomina del Direttivo e dei nuovi organi statutari, qualche giorno di pausa e si comincerà a lavorare sulle primarie per il Sindaco di Campobasso, altro terreno su cui lo scontro sarà sicuramente serrato considerato che, anche in quella circostanza, i due blocchi torneranno a fronteggiarsi.
Dal lato della minoranza (da oggi l’asse Ruta – Leva tale spazio occupa) troveremo Antonio Battista, dall’altro ancora non si ha contezza del nome, ma Frattura ed i suoi ci stanno lavorando.
Visto quanto accaduto ieri, anche in tale circostanza ogni pronostico sarà azzardato anche perché le comunali rappresentano un’elezione che, per dirla alla calcistica, fanno storia a sé.
Sul piano politico complessivo, invece, c’è da stare attenti su come alcune pedine dello scacchiere saranno mosse dalla nuova classe dirigente e su come il Partito Democratico si proporrà ai prossimi appuntamenti elettorali.
La politica non fa sconti e come la storia insegna gli alleati di oggi, sono i concorrenti di domani.
In caso di elezioni politiche, ad esempio, qualora si abolisse il Senato, ci si troverebbe a combattere per due poltrone almeno in 4, Frattura permettendo.
Archiviati gli abbracci ed i convenevoli di ieri, da questo momento si apre una nuova era del Pd e del centro-sinistra molisano, che sicuramente vedrà lavorare i membri del Partito democratico in maniera il più possibile collaborativa, così da conservare tutti un certo livello di presenza sul palco, per poi arrivare alla prima occasione in cui si tornerà a praticare la caccia allo scheletro.

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