Regionali/ “Corri uomo corri”

Questa potrebbe essere, l’esortazione che ci sentiamo di fare a chi ha deciso di candidarsi all’elezione sia a Presidente della Regione sia a Consigliere Regionale. Un’esortazione che prendiamo in prestito dal titolo di un film western italiano degli anni 60/70 diretto da Sergio Solima che aveva tra gli interpreti lo straordinario e versatile Tomas Milian, che molti ricordano anche come “er munnezza”.

Invito che dal 22 aprile, quando le urne daranno, il responso sarà un obbligo per i competitor che caratterizzeranno questa lunghissima campagna elettorale alquanto anomala, visto che è iniziata con le politiche che ha riservato sorprese visto la vittoria schiacciante del movimento il cui mentore è Beppe Grillo. Invito che ci sentiamo in dovere di ricordare a quanti si dicono pronti a risollevare le sorti di una realtà saccheggiata dai tanti “lanzichenecchi” che non si sono fatti assolutamente scrupolo a insultare e insultarci in nome di un falso rilancio che ancora deve arrivare. Il quale, ha assunto i connotati di un oggetto deforme che, nonostante i proponimenti, è stato abbandonato alla propria sorte.

Un qualcosa d’indefinito che negli anni ha fatto si che “avventurieri” politici e non, potessero trarre vantaggi “cicero pro domo propria” e non per la collettività. La quale, ora più che mai, attende risposte e non promesse che nessuno manterrà, perché non c’è alcuna volontà di mantenerle. Promesse che hanno spersonalizzato la ventesima regione d’Italia. Promesse che hanno creato sfiducia nei confronti della classe politica che ha mostrato poca accortezza nell’amministrare la cosa pubblica che ha bisogno di una programmazione mirata, costruttiva, propositiva. Tutte cose che non sono assolutamente annoverate nel vocabolario di chi è stato o si appresta a sedere negli scranni dei palazzi del potere. Quattro punti su cui puntare se si vuole che si dia contezza ai proponimenti che in campagna elettorale si fanno. Quattro capisaldi di una politica che sia risolutiva ai tantissimi problemi che assillano il Molise.

Quattro obiettivi che devono rappresentare “il testimonio” chi fa atletica capisce il senso della parola, per chi si è detto pronto a scattare allo start e raggiungere il traguardo. Uno start che metta definitivamente fine al non governo del Molise che, ora più che mai pretende rispetto e non insulti. Parola che rappresenta la nemesi per la nostra comunità sempre più preda all’incertezza e alla sfiducia. Parola causata dalla debacle del sistema di cui nostro malgrado facciamo parte e di cui siamo vittime e contemporaneamente carnefici; ma questa è un’altra storia che speriamo di non dover raccontare nell’immediato futuro.

Massimo Dalla Torre

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