Molise Acque/ La Regione decide di non decidere

Abbiamo sollevato, praticamente in solitudine, un problema che ha avuto vasta eco nell’opinione pubblica e ancor più nei settori ‘tecnici’ di competenza e, fatto questo insolito per il Molise, immediato riscontro anche negli ambienti politici; per questo motivo abbiamo deciso di tornare sull’argomento. Ci riferiamo al ‘caso- Molise Acque’, che ripetiamo in estrema sintesi, per discuterne il seguito. La base di partenza sono le concessioni regionali, in favore di soggetti privati, a derivare ad uso idroelettrico determinati quantitativi di acqua in transito sulle condotte di Molise Acque, dietro pagamento di un canone annuo e, soprattutto, la convenzione per lo sfruttamento per la gestione della risorsa idrica ad uso idroelettrico mediante quello che viene definito ‘co-uso’ delle infrastrutture. In sostanza il privato potrà produrre e rivendere energia, versando all’Ente pubblico delle royalties, che consistono in una percentuale con un minimo garantito a prescindere dalla produzione ed un incremento in base alla portata dello sfruttamento della risorsa e, quindi, del volume delle vendite di energia elettrica. Abbiamo fatto notare che una SpA pubblica, quindi autorizzata a generare utili e profitti, seppur con alcune prescrizioni, in questo caso cede la parte redditizia di un accordo al privato; sarebbe normale se l’azienda pubblica vivesse situazioni tranquille di bilancio, cosa che non avviene nello specifico appena evidenziato. Molise Acque negli ultimi esercizi ha accumulato perdite consistenti, nell’ordine di milioni di euro; ciò per una serie di motivi, che vanno  dalla tariffa bassa al mancato o ritardato pagamento dell’acqua da parte dei Comuni e conseguente mancato o ritardato pagamento dei fornitori. A ciò si aggiunga che opera in regime di salvaguardia e paga l’energia anche il 35% in più, non potendo di fatto adeguare le tariffe per scelte di politica economica e con il peso sulle spalle di crediti di fatto inesigibili.  La questione, dicevamo, è arrivata nelle stanze della politica e ne sono nate due diverse mozioni: una dei consiglieri del Movimento Cinque Stelle in Consiglio regionale, poi bocciata in aula ed una, con primo firmatario il consigliere Francesco Pilone, che sarà discussa in Consiglio comunale a Campobasso. La prima- come ha precisato il primo firmatario e portavoce del Movimento 5 Stelle, Fabio De Chirico, voleva appunto dare dei presupposti al governo regionale per permettere all’Azienda di tornare a creare reddito e ad autofinanziarsi. De Chirico naturalmente contesta la decisione dell’aula di bocciare la mozione e spiega perché. “Il Presidente (Toma)  ci ha confermato che “i costi di realizzazione degli impianti mini idroelettrici al momento non sono nelle disponibilità di investimento di Molise Acque” eppure nel Piano energetico c’è una dettagliata previsione di spesa con l’individuazione di sette siti cantierabili e sicuramente è nella possibilità dell’Azienda accedere a finanziamenti per investimenti che si ripagano in soli quattro anni per via dei forti incentivi statali, peraltro pagati dai cittadini sulle bollette energetiche. D’altronde è proprio l’incentivo ciò che stimola le aziende private, tanto da alimentare una fiorente compravendita di progetti e autorizzazioni. Se proprio dobbiamo farli – termina Fabio De Chirico – che sia anche Molise Acque a investire su questo tipo di impianti e a beneficiare direttamente degli introiti derivanti dalla produzione di energia”. Il Consiglio regionale, come detto, ha bocciato la mozione, seguendo una vecchia e brutta abitudine, in base alla quale quello che viene proposto dalle opposizioni generalmente viene rigettato ‘a prescindere’, dalla maggioranza. Passiamo alla mozione di Pilone; nel documento che sarà discusso a palazzo San Giorgio, con riferimento ai serbatoi di Monteverde di Vinchiaturo e ‘Cese alto’ di Campobasso, si ricorda che lo Statuto del Comune riconosce l’acqua come bene comune e si chiede a sindaco e Giunta di attivarsi presso la Regione per gli stessi motivi finora citati, cioè per consentire a Molise Acque di sfruttare e trasformare energia in maniera diretta e funzionale “all’ottenimento di utili economie per il bene comune della collettività molisana”. In sostanza qualcosa si muove negli ambienti politici, ma questo inizio di fermento finora ha trovato l’opposizione, determinante in termini di numeri, di chi preferisce non modificare lo stato delle cose, nella logica del “lascia il mondo come si trova”. E’ uno dei motivi per i quali ‘ci troviamo’ nell’attuale situazione; e direi che c’è poco da essere allegri.

Stefano Manocchio

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