Messere: Crediamo che i nomi non basteranno più a salvare il progetto originario del PD

È arrivato il momento di “smontate” tutto e ricostruire una casa dei riformisti senza le correnti ma con una visione ben determinata e radicale della società che si vuole costruire prima che di volerla rappresentarla.  

Lo dichiarano alcuni amministratori locali, dirigenti di partito e militanti PD, tra i quali Antonio Cerio Sindaco di Ferrazzano e Nicola Messere ex sindaco di Molise e  già presidente della Comunità Montana Molise Centrale.

Un partito dove uno può militare e dare il proprio apporto senza sentirsi per forza di “qualcuno”. Un partito dove si possa “coltivare” una classe dirigente innanzitutto libera; capace di interpretare i bisogni, le esigenze, i dubbi, le preoccupazioni delle cittadine senza dover dire signorsì a qualcuno per poter contribuire a ciò.  

Un partito che tenga sicuramente a cuore le tematiche ambientali, quelle delle disuguaglianze che pesano come macigni sul futuro del “mondo” e del lavoro ma che allo stesso tempo guarda allo sviluppo economico e al benessere diffuso insieme alla liberazione dal bisogno di chi non ha un lavoro oltre a rappresentare bene chi già ce l’ha.  

Un partito, insomma, capace di liberarsi definitivamente dai vecchi slogan ideologici.  

L’ambiente va tutelato sapendo che il “progresso” sarà difficile da “addomesticare”, le disuguaglianze vanno certamente colmate ma bisogna avere la consapevolezza che per farlo c’è bisogno di ricchezza diffusa e redistribuita. 

Non esiste più il lavoro ma “i lavori” e questi non possono essere trattati con vecchi schemi rappresentativi.  

Infine, lo sviluppo deve essere adeguato alla società moderna veloce e competitiva, sapendo che questa cosa va governata dalla politica e non solo dell’economia con un’attenzione particolare e un ruolo significativo da assegnare alle piccole comunità delle aree interne, al commercio e all’artigianato insieme ad uno sviluppo agricolo e rurale moderno, non pensare solo ai grandi agglomerati urbani. 

Tutto questo significa sostanzialmente che comitati elettorali, capi bastone, “congreghe” autoreferenziali dovranno essere “banditi”; bisognerà avere il coraggio di manifestare il proprio pensiero in libertà senza pensare prima se si sta disturbando qualcuno.  

Se saremo capaci di fare questo allora ci sarà un grande PD certamente di sinistra ma popolare e non populista.  

Insomma, ci sembrano alcune cose tra quelle che dice bene Stefano Bonaccini, per questo motivo “concludono” abbiamo deciso di stare con lui.  

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