Lettera aperta al presidente del consiglio regionale e proposta di legge sugli istituti di partecipazione

Riceviamo e pubblichiamo

Quasi due anni fa ho inviato una lettera aperta all’allora Presidente del Consiglio regionale, Cotugno, per rammentargli che l’articolo 123 della Costituzione sancisce che “ciascuna Regione ha uno statuto che, in armonia con la Costituzione, ne determina la forma di governo e i principi fondamentali di organizzazione e funzionamento. Lo statuto regola l’esercizio del diritto di iniziativa e del referendum su leggi e provvedimenti amministrativi della Regione e la pubblicazione delle leggi e dei regolamenti regionali”.Nella missiva sottolineavo che lo Statuto regionale nel prevedere queste forme di partecipazione, e pertanto di diritti costituzionalmente e statutariamente garantiti, ne ha subordinato la concreta esercitabilità alla approvazione di apposita legge regionale che normasse le modalità di esercizio del diritto e che la Regione Molise, unica in Italia, non ha mai provveduto ad approvare tale legge negando, in tal modo,  diritti costituzionali ai propri cittadini. Evidenziavo come fosse oltremodo necessario ed indispensabile recuperare il tempo perduto e procedere in tempi rapidissimi alla approvazione di una legge regolamentativa degli istituti di partecipazione per non approfondire il solco sempre più grande tra i cittadini e la politica, e non alimentare la sfiducia nei confronti delle istituzioni. A volte i cittadini sentono il bisogno di esprimersi direttamente su temi rilevanti e la politica e le istituzioni non hanno né il diritto né, credo, l’interesse a comprimerlo o annullarlo.
Alla lettera allegai un articolato che regolamenta la materia degli istituti di partecipazione, da far pervenire a tutti i consiglieri regionali, specificando che si trattava solo di una proposta che aveva come unico obiettivo quello di accelerare i tempi. Una proposta aperta, di stimolo ai consiglieri a legiferare urgentemente. Inutile dire che non ho avuto alcuna risposta dal presidente Cotugno e che il Consiglio regionale non ha mai legiferato sulla materia. Mi sono deciso a rivolgermi a Lei e al nuovo consiglio dopo avere letto del pressante “invito” che, alla quasi unanimità, nell’ultima seduta l’aula ha rivolto al Comune di Termoli affinché prima di procedere alla realizzazione del “tunnel” faccia esprimere i cittadini termolesi. A scanso di equivoci dichiaro di non condividere quell’opera.
Mi pare, però, evidente la contraddizione del Consiglio regionale che, mentre si appella al comune di Termoli perché faccia esprimere i propri cittadini, non disciplina la materia sugli istituti di partecipazione negando ai molisani di potersi esprimere su questioni che riguardano la Regione.
La abissale distanza tra le altisonanti dichiarazioni di principi e la pratica disattesa di essi non può non approfondire il solco tra  i cittadini e la politica. Pertanto con spirito sinceramente collaborativo le invio copia dell’articolato chiedendole di farla pervenire a tutti i consiglieri regionali unitamente alla presente, nella speranza che si avvii l’iter legislativo e si superi questo vulnus. Di questa legge ne abbiamo bisogno tutti: cittadini, politica ed istituzioni.

Domenico Di Lisa (già consigliere regionale)

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