I ‘desaparecidos’ abruzzesi e molisani a Pontida

Riceviamo e pubblichiamo

In riferimento alle polemiche sorte su alcuni giornali sulla presenza di cittadini abruzzesi e molisani, alcuni nemmeno tanto anonimi, alla kermesse della Lega Nord vorremmo specificare che quando parliamo di qualità non ci riferiamo alle qualità personali o soggettive dei personaggi medesimi, ognuno è libero di trascorrere, con il suo bagaglio culturale alto ed altisonante, il fine settimana dove vuole.

Quello che a noi FORCONI non è piaciuto è il modo, cioè in poche parole non si può andare a Pontida a mani basse senza portarsi dietro il proprio armamentario culturale , storico e territoriale, non si è meridionali per caso o per sbaglio.

Dietro la nostra cultura esiste una storia fatta di eroi , uomini e donne che sono morte per l’Italia e per il Sud, a cominciare da molti rappresentanti del meridionalismo di ispirazione liberale e positivista (come Pasquale Villari, Giustino Fortunato, Leopoldo Franchetti e Sidney Sonnino), di quello di matrice liberal-socialista (come Gaetano Salvemini) e marxista (fra cui Antonio Gramsci ed Emilio Sereni) e di quello cattolico (come Luigi Sturzo) e per concludere con il nostro corregionale abruzzese Benedetto Croce.

Oppure vogliamo dire la verità su cosa è avvenuto dopo il 1861 , sulle trafilerie di Reggio e le seterie di Palermo requisite e portate a Torino, sul Ducato che valeva dieci volte la Lira piemontese, del regio decreto sulla emancipazione dalla Nobiltà del 1808 di Eugenio Napoleone vicerè d’Italia al fine di avvicinare gli ultimi ai primi  e sui soldati delle valli bergamasche che sono venuti nel Sud ed hanno stuprato, violentato e depredato, sulla chiamata di leva obbligatoria che ha tolto tante braccia all’agricoltura invogliando il brigantaggio non fatto da criminali ma di stato di bisogno, sul primo campo di concentramento e sterminio in Europa alle Fortezze di Fenestrelle a 2000 metri , 40 mila soldati furono rieducati con il freddo in Val Chisone.

Allora cosa serve andare a Pontida senza vessillo e senza bandiera unitaria.

Cosa significa omaggiare una organizzazione che non dimentichiamoci , seppur ha gridato per anni “Roma ladrona” oggi è più ladra di altri oppure quanto gli altri.

Bene avete fatto ad andarci, ma con il vessillo regionale sulla mano sinistra e con la bandiera italiana sulla mano destra, questo significa essere dirigenti meridionali.

E per chiarire visto che a qualcuno è venuta l’orticaria di mattina presto, questo era il significato di qualità , visto che la quantità si commenta da sola!!!

Il Segretario organizzativo nazionale del movimento I FORCONI e Coordinatore Regionale abruzzese 

Antonio Turdò

 

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