Guerriero Sannita: Legalizziamo la prostituzione e istituiamo il reddito minimo di cittadinanza

Ennesima intervento di Polizia Giudiziaria a Campobasso :“Prostitute clandestine e sesso a pagamento in un appartamento”. Ormai tali operazioni sono una costante in tutta Italia, che vedono interessate donne impegnate nel più antico mestiere. A tal riguardo, il Movimento regionale del Guerriero Sannita ritiene doverosa una riflessione in particolar modo in questo momento in cui l’Italia vive uno stato di difficoltà economica, un debito pubblico che frutta da solo circa 100 miliardi di interessi passivi all’anno, aziende che chiudono e centinaia di migliaia di lavoratori senza posto di lavoro.
Ebbene,  in questo periodo, il Governo ricerca spasmodicamente dove reperire fondi per far fronte alle necessità del Popolo.
E’ arrivato il momento, a parere del Guerriero Sannita, di legalizzare e regolamentare la prostituzione in Italia, una attività che, con i suoi ricavi economici, potrebbe contribuire ad alleviare le difficoltà in cui verso lo Stato. A tal riguardo, secondo l’ultima indagine specifica operata della commissione Affari sociali della Camera, le prostitute sarebbero in Italia dalle 50 000 alle 70 000. Almeno 25.000 sarebbero immigrate, 2 000 minorenni e più di 2 000 le donne e le ragazze ridotte in schiavitù e costrette a prostituirsi.
La prostituzione in Italia potrebbe generare un gettito annuo stimato fra i 10 e 15 miliardi di euro considerando una flat tax del 25% ed un volume d’affari (che nessuno riesce a stimare complessivamente) di circa 50/60 miliardi di euro all’anno.
Il potenziale economico che questo “settore professionale” produce ogni anno è di oltre il 30% dei proventi economici delle organizzazioni criminali ed è dovuto al racket della prostituzione. Le  prime ad essere danneggiati da un’eventuale tassazione di stato sarebbero proprio le mafie internazionali. Per quanto riguarda i clienti, uno studio commissionato nel 2007 dal Dipartimento Pari Opportunità ha rilevato che sono circa nove milioni gli Italiani che, con motivazioni e cadenze diverse, frequentano prostitute.
A parere del Movimento Regionale del Guerriero Sannita, bisognerebbe tassare questa che è di fatto una professione da millenni; dare un supporto sanitario adeguato (analisi del sangue periodiche e sostegno psichiatrico) alla prevenzione ed alla salvaguardia della trasmissibilità delle malattie veneree per non colpire nè le prostitute né i clienti (che nel 50% dei casi richiede di avere prestazioni sessuali senza protezioni); contrastare, attraverso una nuova legge che permetta una reale legalizzazione e liberalizzazione, la criminalità organizzata sia italiana che estera (albanesi, nigeriani, rumeni, cinesi etc.); restituire e garantire un nuovo decoro pubblico delle città; inasprire le pene per chi continuerà a schiavizzare tutte le giovani prostitute minorenni che non potrebbero esercitare tale professione.
A tal proposito, questo Movimento rivolge un umile appello al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri della Repubblica ed ai Segretari di partito di valutare la necessità e l’effettivo iter burocratico per una legge o decreto legge, che serva, da una parte a privare la criminalità organizzata di un settore che le fa gola e a dare dignità alle donne, dall’altra a creare posti di lavoro provenienti dall’indotto. L’introito derivante da tale legalizzazione può essere utilizzato per creare un “reddito minimo di cittadinanza” , di cui, di questi tempi, si avverte forte bisogno tra le fasce più deboli della società.
In tale settori l’Italia ancora una volta è il fanalino di coda rispetto all’Europa, dove da anni è stata legalizzata e regolamentata la prostituzione ed il reddito minimo di cittadinanza.

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