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Fismu: serve la ‘messa in sicurezza’ dell’area delle cure primarie e della medicina generale

Alla luce delle varie iniziative parlamentari in discussione e dei progetti all’esame del ministero della Salute, Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti-Fismu e Cisl Medici in un comunicato stampa nazionale hanno chiesto la ‘messa in sicurezza’ dell’area delle cure primarie e della medicina generale con due passaggi: subito la firma dell’accordo del triennio precedente, quindi l’apertura immediata del tavolo per un nuovo Accordo Collettivo Nazionale che riorganizzi la rete dei servizi sanitari sul territorio.

“A fronte dei rischi di una nuova ondata di contagi, la medicina generale e del territorio rimane da mesi al palo, senza risorse e personale, con sempre meno professionisti (anche nel 118) e senza un nuovo accordo di lavoro”. Questa la denuncia lanciata anche a livello regionale da Ernesto La Vecchia, segretario regionale Fismu (affiliata Cisl Medici) che aggiunge: “Torna l’emergenza contagi e le Istituzioni, come da copione, chiamano in
causa i medici di famiglia, invocando un loro coinvolgimento per la nuova campagna di vaccinazione.

Ma anche in questi mesi tutte le proposte della categoria sono rimaste inascoltate e il carico burocratico (e improprio) sui professionisti invece è aumentato. Serve una risposta seria, riformatrice, su tutto il territorio, per potenziare la rete dei servizi sanitari, dal 118 fino alla medicina generale, passando per la specialistica ambulatoriale”.

“Si ritorna a parlare in questi giorni di coinvolgere i medici sul territorio per la campagna vaccinale per le terze dosi e per intercettare la fascia di pazienti ancora non vaccinati – continua – ma allora bisogna prevedere subito più medici formati, più personale adeguato infermieristico e amministrativo per gli ambulatori di medicina generale, spazi adeguati. E non basta: nel coordinamento e governo della campagna è centrale il ruolo degli stessi
medici di medicina generale, quindi più innovazione con la messa a regime del Fascicolo Sanitario elettronico e con la condivisione nazionale dei dati dei pazienti. Inoltre è fondamentale rilanciare il settore dell’emergenzaurgenza, del 118, dove assistiamo a una fuga costante di professionisti ancora in regime di convenzione, perché
senza alcuna tutela”.

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