Fedele Clemente ( Molisenostro): i motivi della scesa in politica

Il dottor Fedele Clemente, uno dei fondatori del movimento “Molisenostro”, ha voluto chiarire i motivi che l’hanno indotto a partecipare a questo movimento e qual è lo stato del suo sviluppo.
Il dottor Clemente, che è stato Direttore del Dipartimento di Emergenza dell’ASREM e Direttore del Servizio di Emergenza Territoriale 118 del Molise fino all’altro anno, spiega:
“La decisione di attivarmi personalmente in politica, dalla quale sono stato ben lontano in passato, è legata al fatto che ogni giorno assisto ad un progressivo peggioramento delle condizioni sociali, con riduzione dei servizi ai cittadini e sempre maggiori difficoltà di vita per tutti. Questo mi stimola una insofferenza interiore se penso di aver speso una vita per costruire ed ora, in men che non si dica, il tutto si sgretola. Mi sento ancora pieno di energie e abbastanza motivato per poter mettere a disposizione della regione, in cui oramai vivo stabilmente da 40 anni ed in cui verso i miei contributi, la mia esperienza e le mie conoscenze in campo tecnico ed amministrativo, acquisite sia in ambito regionale che nazionale, per fornire un contributo concreto. Intendo fare tutti gli sforzi possibili per provare a mettere un freno alla crisi di questa regione che appare inarrestabile, motivo di difficoltà economica per i suoi abitanti e di mancanza di lavoro e di prospettive per i giovani.
L’impegno in politica – aggiunge il dr. Clemente – è oramai necessario, anzi irrinunciabile, e far finta di non accorgersi di ciò che sta accadendo sarebbe una colpa difficile da perdonarsi. Ci rendiamo conto che la politica è sempre più distante dai cittadini e dai suoi bisogni ed è dedita sempre di più a soddisfare solo le proprie specifiche esigenze. Oramai il popolo è esclusivamente un mezzo per consentire a chi amministra di raggiungere i propri obiettivi personali. Basta vedere ciò che è accaduto a livello nazionale, ove si è arrivati ad approvare una riforma elettorale che toglie ai cittadini qualsiasi possibilità di scegliere liberamente e democraticamente chi li dovrà rappresentare. Ed è singolare che questa determinazione sia avvenuta a fine legislatura, quando cioè si è arrivati nel momento del giudizio del popolo. È evidente che, avendo capito che non vi era più il gradimento dei cittadini, è stato utilizzato lo strumento del potere per trovare il sistema per garantirsi le migliori opportunità possibili e rimanere saldamente attaccato alla poltrona.
Ciò è inammissibile, ingiusto ed indegno e non si può accettare passivamente!
Rappresenta una forma indiretta dittatura di fatto, che cui non si ha neanche il decoro di provare a nascondere.
Ma la cosa drammatica è che questo andazzo ha preso piede a tutti i livelli. Mai si è assistito, come nei tempi attuali, che manifestazioni imponenti di cittadini per la difesa della propria salute siano completamente ignorate e non degnate di alcuna considerazione. Non ci si deve stupire poi se il moto di ribellione monti sempre di più ed esploda fino ad arrivare a mettere in campo tutte le energie nel tentativo di riappropriarsi del proprio destino”.
Va bene, ma cosa propone in concreto il movimento?
“Intendiamo presentare ai cittadini un programma completo e dettagliato delle iniziative mirate a risollevare la regione, elaborato da esperti competenti, onesti e disinteressati, per ogni settore sociale. Il programma così elaborato, completo del cronoprogramma di attuazione, verrà presentato innanzitutto agli aderenti al movimento, per raccogliere osservazioni, suggerimenti e pareri, e poi a tutta la cittadinanza, per comprendere se è condiviso e sono state colte tutte le esigenze.
I settori principali in cui intendiamo impegnarci, ritenuti alla base dello sviluppo sociale ed economico, sono quello della sanità, dell’ambiente e delle vie di comunicazioni.
Per quanto riguarda la sanità, settore in cui personalmente ho la maggiore esperienza, abbiamo approntato un documento di base, ma abbastanza dettagliato, in cui abbiamo disegnato una sanità al passo dei tempi e nello stesso tempo rispettosa delle esigenze delle aree di Isernia e di Termoli, oltre che di Campobasso. Ognuna di queste aree dovrà avere un’adeguata autonomia funzionale ed operativa per rispondere al meglio alle richieste inalienabili ed improcrastinabili dei cittadini ivi residenti. Si parte dal ridare funzionalità, efficienza e stabilità al sistema di emergenza, che costituisce il cardine attorno a cui tutto ruota e le fondamenta dell’attività sanitaria, senza la quale l’intero sistema sanitario crolla, per continuare con la riedificazione dei pilastri rappresentati dalle attività specialistiche, di complemento alle attività di emergenza e necessarie per soddisfare la relativa domanda, sia in ambito ospedaliero che ambulatoriale. È previsto, inoltre, il potenziamento della medicina territoriale, le cui modalità operative vanno ulteriormente definite d’intesa con gli operatori addetti e vanno condivise con gli amministratori locali, primi responsabili e veri interpreti delle esigenze sanitarie della popolazione afferente ai propri ambiti.
Per quanto riguarda ‘l’ambiente e l’agricoltura, abbiamo costituito un tavolo iniziale composto da persone direttamente interessate alla materia, capaci di esprimere, attraverso idee banalmente rivoluzionarie, l’organizzazione che può produrre i frutti migliori. La semplicità di tali idee è legata alla osservazione delle risorse naturali ed alle potenzialità che esse includono. L’esperienza di coloro che conoscono e vivono il mondo agricolo e bio-alimentare fa il resto.
Parallelamente, altri tecnici esperti, in modo spontaneo, gratuito e senza interessi personali, stanno lavorando all’elaborazione di un piano per la viabilità e le comunicazioni, elemento imprescindibile per ogni ipotesi di sviluppo. Al proposito, oltre a tutte le indicazioni sul miglioramento e potenziamento della rete viaria, abbiamo di recente ricevuto le considerazioni di un esperto in tema di trasporto su rotaie che ha illustrato le possibilità di un notevole miglioramento della rete ferroviaria a costi relativamente contenuti e con un’alta efficacia.
Altri settori ed altri campi di analisi sono aperti e sono allo studio, ma pensiamo che essere concreti almeno su quelli elencati già cambierebbe il volto di questa regione. Noi ne siamo convinti e ne sono convinti anche coloro che ci sostengono nel movimento “Molisenostro”. Contiamo di convincere anche tutti gli altri cittadini molisani, perché tutti insieme ce la possiamo fare.”
Come pensate di realizzare tutto ciò?
“Devo innanzitutto precisare che tutto il programma ed i piani elaborati sono sottoposti a rigorosi controlli ed alla verifica della loro effettiva sostenibilità economica. Quello che ci interessa è prospettare iniziative concretamente realizzabili. Vogliamo così interrompere questa abitudine dei proclami e delle elemosine fatte a fine legislatura per ingraziarsi pochi soggetti, con elargizioni una tantum per iniziative di breve durata e di nessuna utilità collettiva. Noi vogliamo, invece, portare avanti iniziative che, realizzabili nel giro di uno o di due anni al massimo, raggiungano una condizione di stabilità al più presto e possano fornire garanzie di lavoro durature, in particolare per i nostri giovani, a cui è doveroso assicurare prospettive realistiche per il loro futuro.
Non è una cosa facile, ma la mia esperienza mi porta ad essere ottimista, anche perché ho avuto modo di constatare che in fondo le cose sono facili se si segue la logica naturale. In realtà, molto spesso è il modo di fare politica che rende complicate ed irrealizzabili le cose che naturalmente sarebbero facili. Su questo banale principi ho basato il mio lavoro professionale ed in tal modo ho potuto conseguire tanti risultati positivi.
Resta comunque un progetto ambizioso, ma non assurdo, ed è fondamentale il ruolo del cittadino.
Il cittadino ha oggi il dovere di riconquistare il suo spazio ed essere artefice del suo destino, prendendo parte ed occupandosi direttamente delle strategie che lo riguardano strettamente e che finiscono per condizionare le sue sorti.
Noi ci stiamo sforzando di riconsegnare la politica al popolo e non vogliamo più che, preso dallo sconforto, il popolo arrivi a disertare le urne e finire per fare ‘il gioco del nemico’.
Politica del popolo significa vedere dal basso i problemi, quelli che sono i problemi concreti e reali, che fanno parte dell’esistenza di tutti noi, e che, inevitabilmente, in una politica che guarda dall’alto, sono trascurati e disattesi.”

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