Elezioni provinciali, prove di dissidio nel centro destra

Le elezioni provinciali, si sa, non sono di largo impatto pubblico, essendo la votazione riservata agli amministratori e non alla popolazione; vengono viste come una sorta di ‘circuito chiuso’ della politica, lontano dalla gente. Le Province sono state depotenziate, in particolare nella dotazione finanziaria e, pur mantenendo di fatto quasi tutte le competenze originarie, non sono più un ente istituzionale a contatto con la collettività, ma sembrano svolgere un ruolo di ‘riporto’ dell’attività regionale su specifiche materie, ad esempio edilizia scolastica e manutenzione delle strade.

Forse anche per questo motivo è passata quasi completamente sotto traccia la spaccatura che si è creata nella coalizione di centro destra al momento della composizione delle liste per il rinnovo del Consiglio provinciale di Campobasso; aldilà delle dichiarazioni di facciata, che negano la rottura delle trattative come motivo della creazione di due liste distinte e separate, non meraviglia il fatto che Iorio, Pallante e De Matteis non abbiano inteso allearsi con Toma per arrivare al listone unico del centro destra.

L’ex-governatore ha iniziato ‘con il botto’ il ritorno tra i banchi del Consiglio regionale, rivendicando subito un assessorato, che pare che il centro destra ‘ufficiale’ non abbia intenzione di affidargli; la sua nomina permetterebbe ad Eleonora Scuncio di rimanere in Consiglio regionale ed allo stesso Iorio di riorganizzare le truppe per ambiziosi progetti politici nella prossima legislatura. Il ‘niet’ presunto di Toma e la campagna acquisti, anche a danno della lista ioriana, che stanno portando avanti nel capoluogo pentro gli assessori regionali Di Baggio e Niro, indeboliscono il ruolo dell’ex-plenipotenziario isernino e, con questo, anche la possibilità per Iorio di essere accontentato. Pallante, dal canto suo, ha già fatto capire il suo dissenso dalla giunta-Toma, rifiutando l’incarico di presidente del Consiglio regionale, poi assegnato a Micone, mentre De Matteis è da tempo fuori dal circuito vincente del centro destra ed ha anche rancori personali da far valere; quindi il quadro è sufficientemente chiaro per far capire che questa spaccatura politica potrebbe andare oltre le provinciali, che poi non sono un banco di prova sufficiente a ‘pesare’ le due fazioni contrapposte nel polo moderato molisano.

Se son rose fioriranno: ma le spine al momento sembrano essere prevalenti, oltre che acuminate.

Stefano Manocchio

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