Elezioni, il Molise esiste solo fino al 22 aprile

Nel turbinio di problemi che attanagliano la nostra regione stride l’inaspettata pubblicità che stiamo avendo dai media nazionali e che aumenta in progressione da alcuni giorni; oramai il ‘caso Molise’ è uno di quelli al centro delle discussioni politiche, visto che la nostra è l’unica regione a votare il prossimo 22 aprile, seguita a ruota dal Friuli Venezia Giulia una settimana dopo. Sia in televisione che su altri media nazionali, si è arrivati a dire che per la definizione del nuovo governo nazionale sarà bene aspettare la tornata elettorale dei 180.000 che presumibilmente si recheranno alle urne sul nostro territorio; forse è chiedere troppo, ma il sol fatto che personalità pubbliche nazionali lo abbiano ipotizzato serve a capire la portata dell’interesse momentaneo verso di noi. Non sarà sfuggito alla meraviglia di tanti il susseguirsi di volti noti della politica nazionale, compresi anche leader ‘maximi’,  che in numero così copioso mai si erano affacciati dalle nostre parti.   I protagonisti della scena politica italiana, quelli che in questi giorni ne stanno decidendo le sorti future, vengono in Molise come se ne avessero una seconda casa. Salvini era già passato dalle nostre parti per le politiche ed ora tornerà per tentare di ripetere il successo del 4 marzo, Luigi Di Maio a Termoli ha portato in piazza una folla di persone come non si vedeva dai tempi della Democrazia Cristiana e sicuramente uguale bagno di folla si registrerà oggi e domani per il tour del leader di Forza Italia, Silvio Brelusconi. E ancora: stasera ci sarà Gentiloni a Campobasso e nei prossimi giorni anche i cosiddetti leader minori, qualche ministro e  rappresentanti delle istituzioni ‘alte’. Il Molise che (giustamente) va su ‘Striscia’ per gli sprechi e che per analogo motivo, oltre che per le dimensioni anacronisticamente piccole del territorio, viene quasi deriso  da personaggi pubblici a vario livello, adesso è, se non proprio l’occhio del mondo, almeno quello dell’Italia. Si potrebbe dire che il contestatissimo (anche dal sottoscritto) slittamento della data elettorale per le regionali 2018, sta portando giovamento alla regione, pur essendo stato fortemente voluto dalla maggioranza di Via Genova per motivi molto meno nobili dell’esposizione mediatica. La domanda è: cosa succederà dopo? La speranza è che, una volta spenti i riflettori, un vento di rinnovamento, non strettamente in senso politico e partitico ma anche di idee , costumi e soprattutto mentalità, arrivi dalle nostre parti. In caso contrario torneremo ad essere quelli della sanità malata, dei vitalizia ingiustificati, dei disservizi diffusi ovunque, dell’esodo di giovani cervelli verso il Nord Italia ed Europa, ma anche della mentalità soporifera del molisano inerme di fronte a tutto. Speriamo che una volta spenti i riflettori pubblici non torni ad oscurarsi anche la speranza dei molisani.

Stefano Manocchio

Commenti Facebook