#corpedelascunzulatavecchia/Parliamo ancora di sanità molisana

Nel mio ultimo scritto, gli articoli li scrivono i giornalisti, avevo parlato, molto superficialmente della intenzione del presidente Toma, in qualità di commissario alla sanità, di mettere mano alla sanità molisana. Ci sono stati degli amici, io scrivo solo per i miei amici, non per superbia, ma per timidezza, che mi hanno “raccontato” chi per telefono, chi postando su Facebook delle “spigolature” della sanità molisana. Io, da enorme ignorante, avevo scritto che sarebbe stato il caso che nei comuni del basso Molise si fosse fatta una “ricerca” per scoprire quanti nati ci fossero stati nell’area ed avere un minino di idea se il punto nascita di Termoli poteva o meno salvarsi. Ebbene lo scoop ci è stato e sembra che negli anni passati tale ricerca sia stata esperita da personale direttivo dell’Asrem e fu proprio sul riscontro dei nati in basso Molise e registrati presso le anagrafi dei comuni, se fu rimandata la chiusura del punto nascita di Termoli. Rimandata ma non evitata. Come in effetti è successo. Vogliamo cercare di capire? Ci proviamo, ci proviamo in molta buona fede considerando che non sono un tecnico del settore e che scrivo dei miei pensieri e dei miei ragionamenti.

Un mio carissimo amico, manager della sanità per decenni, una volta mi stupì dicendomi che in sanità non esiste la legge della domanda e dell’offerta ma esiste il contrario. La legge economica, quella che conosciamo tutti quanti, prevede che all’aumento della domanda, con un’offerta costante, sia destinato a salire il prezzo. In sanità, invece, la domanda viene fuori, si scopre, nel momento in cui nasce l’offerta. Mi spiego con l’esempio del punto nascita di Termoli ma di tutto l’ospedale di Temoli.

Nel bacino di utenza dell’ospedale di Temoli esiste la necessità di far nascere i bambini, e meno male, considerando per le industrie presenti il fatto che sia una parte “ricca” della regione Molise, i basso molisani potrebbero essere indotti a procreare. Quindi la domanda di servizio c’è e continuerà ad esserci, sia per le nascita che per tutte le altre specialistiche della sanità.

Ora: una signora del basso Molise che deve partorire cerca di farlo in tutta tranquillità e sicurezza per sé e per il bimbo che porta in grembo. La signora, spera di no, ma potrebbe aver bisogno del taglio cesareo per dare alla luce il pargolo. Una signora che ha bisogno del taglio cesareo, con quale animo va a partorire in un ospedale che non ha anestesisti? La signora in questione, senza timore di sbagliare, si reca all’ospedale di Vasto o a quello di San Giovanni Rotondo, creando mobilità passiva in campo sanitario che tanto ci costa a livello di spesa sanitaria.

Questo piccolo esempio serve solo a far capire che non possiamo salvare gli ospedali se non creiamo una sanità molisana in grado di poter reggere il confronto qualitativo con altre sanità di altre regioni. I concorsi per l’assunzione di medici in Molise vanno regolarmente deserti. Medici in Italia ne abbiamo pochi anche per la volontà d quelli che una volta erano definiti i “baroni” di avere pochi medici per non creare concorrenza e si inventarono il numero chiuso a medicina. Il numero chiuso che è uno delle cause della carenza di medici, forse la prima causa.

Allora se la sanità in Molise non è “attrattiva” per i medici che non partecipano ai concorsi e quindi abbiamo posti vacanti anche e soprattutto nella medica d’urgenza del 118, come facciamo?

Se è mai pensato di “arruolare” nel Molise a gestire la sanità il “Carlo Ancellotti” dei manager sanitari? Tutto il rispetto per chi concorre per un posto da manager sanitario in Molise, ma si tenga conto che il concorso avviene su valutazione del curriculum. Per continuare nell’esempio calcistico il “Carlo Ancellotti” mai gli verrà in mente di presentare il curriculum in Molise per finire stritolato nei gangli del deficit sanitario che non si vede la via di ripianare. Mai potremo sperare che un manager di altissimo livello possa creare e portare in Molise una squadra di rimari ospedalieri di alto nome per permettere di creare una sanità d’eccellenza nel pubblico. MAI!!

Siamo sempre alle solite e dobbiamo solo sperare di stare sempre in ottima, nemmeno buona salute,.

E’ mai venuto in mente a qualcuno di fare un piano sanitario COMPLETO che tenga conto di quanti soldi, parola bassa e volgare parlando della salute di tutti noi, ci vogliono per rimettere in piedi la sanità molisana? Non credo sia sufficiente un ritinteggiatura alle pareti degli ospedali, abbiamo bisogno di persone, di manager che scavino nel profondo delle cavità sanitarie per vedere effettivamente come siamo combinati. Il deficit sanitario che non viene ripianato dal governo, deficit molisano rimasto il solo in Italia a non essere ripianato, è solo la punta dell’iceberg della sanità molisana. Il sommerso è costituito anche da macchinari oramai vecchi, fatiscenti è un’offesa, a da personale che fa i salti mortali per assicurare la copertura dei turni di lavoro. Notizia di oggi è che il presidente Toma abbia “trovato” due milioni di euro nelle pieghe del bilancio della Regione e li abbia destinati alla sanità, forse alla radioterapia del Gemelli. “Trovato nelle pieghe del bilancio”? scusatemi, vengo dalla campagna, ma come si fa a trovare due milioni di euro da utilizzare nel bilancio della regione Molise che tra qualche anno potrà avere problemi a pagare gli stipendi? Non lo so e non lo voglio sapere. Mi riservo di votare nel 2023 in maniera autonoma e critica, come ho sempre fatto, ma purtroppo a poco è servito se quei, sempre meno, molisani che sono andati a votare lo hanno fatto ascoltando la “sirena di Ulisse” del momento che prometteva posti di lavoro e gioia per i figli.

Sempre con immutato affetto e sempre aumentata stima, statevi arrivederci.

Franco di Biase

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