#corpedelascunzulatavecchia/chiù ne tenghe e chiù ne voglie!

Un caro saluto a chi ha la bontà/compiacenza di leggere quello che scrivo, tranquilli se
poi finiamo tutti in analisi ma con il medico ci parlerò io e saranno problemi seri.


Detto questo iniziamo a parlare di cosa? Del centenario della deposizione del milite
ignoto nell’altare della Patria. La deposizione del Milite Ignoto segnò la fine, se vogliamo
psicologica, della prima guerra mondiale. Un po’ come quando vanno via tutti gli ospiti e
noi rassettiamo casa. Anche se fu un rassetto pesantissimo. La prima guerra mondiale
aveva portato nelle case degli italiani, per mezzo delle cartoline precetto, l’idea di
Nazione e di Patria, idea che, onestamente sino a quel momento non era mai esistita.

I nostri antenati si sentivano ancora tutti appartenenti ai regni cui erano sempre
appartenuti, l’Italia esisteva come nazione da soli 54 anni. Quindi i nostri avi partirono
per la guerra italiana ma come piemontesi, campani, siciliani, lombardi …. Ecc …
Queste distinzioni si alle volte aumentarono in trincea visto che l’italiano lo parlavano,
alle volte, solo gli ufficiali. Erano proprio gli ufficiali a dare, ovviamente, gli ordini in
italiano, ma non sempre i soldati capivano. Non capivano e non ubbidivano, i soldati non
ubbidivano e gli ufficiali ordinavano le decimazioni per insubordinazione.

Le decimazioni, ripescate dalla storia delle legioni romane quando si usavano per punire tutto il reparto, visto che non si era trovato il colpevole. Si allineavano i soldati, si contavano, e si estraeva e si fucilava il decimo della conta, perciò decimazioni. Nel corso della prima guerra mondiale furono centinaia le decimazioni ordinate dagli ufficiale ed eseguite dagli stessi commilitoni dei “condannati”.

Questa era lo spaccato dell’Italia in guerra durante la prima guerra mondiale. Una guerra
che portò la morte per 650.000 ed una crisi economica del dopoguerra che sfociò nel
1922 con l’ascesa del fascismo.

Non voglio fare lo storico di nessuna cippa, non è compito mio e non ne sarei capace. Mi
sembrava giusto parlare di un argomento che in questi giorni ha occupato tutti i notiziari
ma che, onestamente, dovrebbe essere trattato in maniera più umana, dal punto di vista
del rapporto che ebbero gli italiani con la guerra.
Passata la guerra, passato il fascismo gli italiani con la promulgazione della Costituzione
iniziarono ad avere un minimo di senso civico tale da pater essere considerati un popolo
democratico.

Ecco, la nostra Costituzione nata dalla seconda guerra mondiale e dalla volontà degli
italiani di uscire dalla dittatura.

La nostra Costituzione nasce in maniera perfetta e democratica, per essere una sola e
grande nazione i padri costituenti avevano previsto, ma secondo me sperato, che gli
italiani avessero un poco di rispetto per le Istituzioni, non sempre è stato così.
Ma non poteva essere così se si pensa che già dal 1506 al 1626, anni di costruzione della
Basilica di San Pietro, ma anche prima con la costruzione della Cattedrale di Firenze, ed
anche dopo con quella del Duomo di Milano.

Si accatastavano i materiali, soprattutto i marmi arrivati da ogni dove donati dai devoti, per la costruzione della Chiesa. Sui marmi, ma su tutti i materiali si usava mettere “A.U.F.O.” che voleva significare: “ Ad Usum Fabricae Operae”. Durante la costruzione i depositi di materiali erano diventati una sorte di “supermercato” per quelli che erano meno credenti dei donatori e prelevavano con disinvoltura e tranquillità materiali per le loro necessità personali.

Da qui il detto AUFO, che nel nostro dialetto si “traduce” “A GUFFE”. Quindi già allora esisteva un’idea di “cosa pubblica” da usare per propri fini e scopi? Già da allora esisteva il paese dove “Pantalone paga”? Questa domanda la lasciamo ai posteri che daranno la loro “ardua sentenza”.


Arrivando i nostri giorni non si può far altro, tra le altre cose, che pensare alla situazione
dei dipendenti pubblici e privati che sono costretti a vivere del solo stipendio. Non è che
voglio farne dei santi e degli eroi, essendo italiani santi ed eroi, ma anche navigatori, lo
siamo di noi, ma mi viene da fare il paragone tra un dipendente vincitore di concorso che
per voglia di far carriera, per migliorare la sua posizione personale, per voglia di crescere,
ma anche solo per necessità di lavorare, è costretto a recarsi a Portogruaro, una delle
destinazioni da incubo per gli italiani che hanno prestato servizio militare negli anni che
furono, e prendere servizio.


La cosa “importante”, per il vincitore di concorso, sarà che l’amministrazione non tirerà
fuori un mezzo centesimo bucato per agevolargli, per rendergli meno penoso e pietoso il
soggiorno ed il trasferimento del nostro molisano in quel di Portogruaro.

Quindi, per effetto della democrazia dovremmo/potremmo essere tutti contenti del fatto
che sia se il molisano lavori a Portogruaro, sia che veneto lavori a Casacalenda, gli
“attocano” sempre gli stessi soldi. Onore e merito ai CCNL, che hanno portato democrazia
tra nord e sud. Per tutti? In questi giorni sembrerebbe di no.


In Molise successivamente alla legge emanata dal primo Governo Conte, furono nominati
due commissari per gestire la la “malatissima” sanità molisana. Di questi una ha deciso di
rassegnare le dimissioni per motivi personali tornando alla sua occupazione precedente,
l’altra è rimasta come subcomissario al Governatore Toma nel frattempo nominato
commissario dal Governo contro, se vogliamo, una norma emanata dallo stesso governo,
ma con altro Presidente del Consiglio, ma questa è altra cosa.


Il sub commissario, tale era prima e tale e quale è rimasto ora. Sia come persona che come incarico. Nessuno dei molisani presenti in Molise ha capito bene la “continuità” del sub commissario se non, forse, con la volontà di voler spostare l’asse sanitario verso il privato, o peggio ancora verso strutture ospedaliere di fuori regione.

Questo non lo sapremo mai. Al momento, però, sappiamo di certo che un sub commissario, mandato in Molise per sistemare i conti malandati della sanità molisana, ha ritenuto opportuno chiedere un aumento di ventisettemila euro annui per aumentare il suo stipendio annuo dai 135.000 ai 162.000 annui in virtù del fatto che senza quei
ventisettemila euro non ci sarebbe stata con le spese. Come a dire: non mi conviene ci
rimetto!!

E certo che uno di rimette. Se pensiamo che parcheggiare un’auto in centro a
Campobasso costa quanto parcheggiarla in Via della Conciliazione Roma, ma senza potersi girare a guardare il Cupolone … beh bisogna dire che il sub commissario non ha un trattamento congruo.

Potrebbe essere il caso, comunque, di mettere nero su bianco le attività poste in essere dal sub commissario, credo sia troppo presto per poter vedere i risultati di un cambio di rotta della sanità molisana, ma almeno cercare di sapere/capire cosa si sta facendo.

Quindi, per concludere, in Molise non ci sono soldi per assumere personale sanitario,
quindi i sanitari dei molisani sono vessati da turni massacranti, ma ci sono i soldi per
aumentare lo stipendio a chi è stato mandato in Molise per ridurre il deficit sanitario e che perciò decide, con il voto favorevole di tutta la Giunta Regionale, di aumentarsi lo stipendio perché diversamente non ci sta con le spese, un aumento del 20% che poco ha a che fare con il contenimento della spesa pubblica/sanitaria, compito principale per il quale è stata inviata in Molise.

Concludo rivolgendo un pensiero a quel pubblico funzionario che ha vinto il concorso, non
è stato nominato, a Portogruaro. Stia tranquillo, non avesse pensieri se dovesse continuare a gestire due case, una a Campobasso e l’altra a Portogruaro un giorno tornerà in Molise e chiuderà la casa di Portogruaro. Tutto tornerà come prima, si troverà con qualche anno in più sulle spalle ma con una nuova esperienza fatta, ma soprattutto troverà in Molise una nuova sanità. Come sarà? Eh, bella domanda. Per adesso vediamo aumentarne il deficit.

Grazie posteri cui affidare l’ardua sentenza. Grazie per essere arrivati sino a questo punto
ed aver letto le 1.260 parole che ho scritto. Grazie e con affetto e stima, ma con deficit
aumentato, statevi arrivederci!

Franco di Biase

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