Bando lattiero caseario/ Fanelli: Toma calpesta la volontà dei Consiglieri

Il 25 luglio scorso, con l’atto di Consiglio regionale numero 224, su richiesta mia e di Andrea Di Lucente, si affrontava in modo approfondito la necessità di prevedere che la filiera lattierocaseario in Molise fosse aiutata seriamente e concretamente. Si chiedeva, in sostanza, di cambiare un bando che aiutava solo i trasformatori di latte, per estendere i benefici anche a chi, oltre a trasformare, produce.

Gli allevatori che garantiscono davvero che il latte sia molisano, esclusi dalla misura, così come richiesto dalle associazioni di categoria. Una tecnicalità sembrava frapporsi. Un approfondimento, quindi, pareva rendersi necessario. Ce ne accorgemmo e suggellammo l’accordo in un ordine del giorno firmato da maggioranza e minoranza, impegnando il Presidente Toma a rinviare al 16 settembre l’apertura del termine iniziale per lo “sportello” dell’avviso pubblico relativo all’azione “Aiuti alle PMI per il rilancio produttivo dell’area di crisi complessa” – Sezione Quarta – “Aiuti alle Imprese operanti nel Settore della produzione dei latticini”.

Nel mentre, si doveva arrivare ad allargare la platea. Proprio per questo, il rinvio era necessario per valutare la possibilità di modifica del comma 2 dell’art. 2 sui soggetti beneficiari, affinché potessero partecipare anche i produttori di latte molisano e non soltanto i trasformatori dello stesso.

E invece, cosa è successo? Che Toma ne ha fatto carta straccia, emanando Il bando, non modificato secondo la decisione del Consiglio, ad inizio agosto. Dunque, la volontà di tutti i consiglieri è stata calpestata e la misura si è rivelata un insuccesso clamoroso. Pochissime domande sia per questo settore che per il tessile. Avevamo detto in Consiglio che sarebbe stato così, non era difficile prevederlo visti i presupposti.

E infatti! Se si duplica un bando e soprattutto non si opera un’attenta analisi dei fabbisogni, se non si ascoltano le associazioni di categoria e si è onniscienti, questo è il risultato. Un pessimo finale nel metodo che schiaffeggia la maggioranza e le minoranze consiliari. E soprattutto dagli esiti disastrosi.

Dunque, al Governatore rivolgo un appello, l’ennesimo, per un immediato cambiamento di metodo e merito. Subito dopo e velocemente si emanino i bandi per le imprese e il lavoro, che ne hanno un disperato bisogno. E soprattutto, per una volta, con umiltà e capacità.

Ai colleghi Consiglieri, pongo fortemente una questione di metodo. Inutili le nostre riunioni di Consiglio e le decisioni ivi assunte, se non vengono minimamente considerate. Inutile e anche imbarazzante la mediazione del Sottosegretario, se poi non si pone in atto quanto concordato. E scontati gli esiti disastrosi, come in questo e negli altri casi. Il Consiglio regionale, come qualsiasi altro ente pubblico, si esprime per atti e disattenderli è grave sul piano politico, ma anche su quello dei rapporti fiduciari interpersonali e quindi etico.


Sminuire sempre minoranza e maggioranza può sembrare la via più semplice, ma non premia mai. Né nell’immediato, né in prospettiva. Né che si voglia continuare a fare politica, né che si torni a indossare gli abiti di cittadino. In particolare in una piccola comunità, più che sulle regole, lo stare insieme si dovrebbe reggere sul rispetto e la gentilezza. Ma evidentemente, in Molise con Toma Governatore, così non è.

Micaela Fanelli

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