Questi i fatti che hanno portato alla decisione della Suprema Corte, presieduta da Giovanni Conti. E’ stata esaminata la vicenda dopo che il 22 febbraio 2012, in primo grado, e il 18 aprile 2013 in appello, i giudici del Tribunale di Campobasso hanno riconosciuto Iorio colpevole di aver favorito, in virtù del suo ruolo di presidente della Regione, la «Bain&Co», la società nella quale lavorava il figlio Davide, per agevolarne la carriera. Una multinazionale alla quale, nel 2003 e nel 2004 (ma i compensi sono stati pagati negli anni sucessivi, da qui il dubbio sulla prescrizione dei reati), l’esecutivo regionale con a capo il governatore Iorio aveva affidato importanti consulenze, sulla progettazione dell’autostrada Termoli-San Vittore e sulla riorganizzazione del sistema sanitario del Molise, per un totale di 110 mila euro.
Michele Iorio è stato comunque condannato dall’alta Corte al risarcimento dei danni nei confronti della parte civile, il Codacons.