Allarme dei Costruttori, i bandi Anas tagliano fuori le PMI, richiesti requisiti abnormi

I bandi di gara per lavori di manutenzione straordinaria in regime di accordo quadro, pubblicati lo scorso mese dall’ANAS per un investimento complessivo di 300 milioni di euro, da realizzarsi in varie parti d’Italia ed anche in Molise, tagliano fuori le Piccole e medie Imprese.
Lo denunzia l’ACEM che questa mattina ha inviato una segnalazione a firma del Presidente Corrado Di Niro all’Associazione nazionale di appartenenza ANIEM, con richiesta di attivazione presso la Direzione Generale della Società che ha pubblicato i bandi, inoltrandola per dovuta conoscenza politica al Presidente della Giunta Regionale del Molise ed all’Assessore regionale ai Lavori Pubblici, affinché si tuteli il territorio.
Secondo l’ACEM, gli importi dei vari lotti sono troppo elevati (10 milioni di euro per ciascun lotto) e le caratteristiche richieste nel bando sono tali da consentire la partecipazione ai soli gruppi imprenditoriali di grandi dimensioni, estromettendo di fatto le aziende locali, che poi saranno quelle che materialmente dovranno eseguire i lavori in regime di subaffidamento, perché le uniche dotate sul posto degli impianti e delle attrezzature occorrenti.
Infatti, nell’ambito dell’offerta economicamente più vantaggiosa, i punteggi sono rapportati al possesso di requisiti tecnici e professionali nonché a requisiti di esperienza pregressa legati alle figure del direttore tecnico, del direttore di cantiere e capo cantiere, che richiedono un livello di strutturazione organizzativa aziendale di notevole caratura, che le piccole e medie imprese non possiedono o che non sono riuscite a conservare negli ultimi anni per la mancanza di lavori dovuta alla crisi.
“Comprendiamo che l’ANAS intende tutelarsi pretendendo delle garanzie di affidabilità e qualità degli esecutori dei lavori – dichiara il Presidente dell’ACEM Corrado Di Niro – ma in questo modo la quasi totalità delle imprese locali sono tagliate fuori e tantomeno si tiene conto delle norme che prevedono che le stazioni appaltanti debbano suddividere i lavori in modo da garantire l’effettiva possibilità di partecipazione da parte delle micro, piccole e medie imprese”.

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