Tutti i dirigenti regionali (inclusi i 750 dell’Asrem) sono ora al lavoro per rendere l’idea fattibile in tempi brevi. Ma noi, come sempre in esclusiva, abbiamo avuto modo di vedere i primi elaborati progettuali e di potervi quindi raccontare i punti salienti dell’ambizioso progetto. In pratica ci saranno due hangar a Venafro e Termoli dove chi vuole prendere l’autostrada diffusa potrà fermarsi. Lì, dietro pagamento di un contributo si riceverà un adesivo da attaccare sul parabrezza e che darà diritto a circolare sull’autostrada diffusa per un intero anno (come succede in Svizzera). Sull’adesivo ci sarà l’anno di validità e lo scudo simbolo della Regione Molise con lo slogan “Che scudo!”. Dall’hangar poi si verrà immessi sulla rete di strade interpoderali,centinaia e centinaia, sparse per l’intera regione. L’utilizzo della strada interpoderale sarà esclusivo, come nei rally e questo garantirà all’automobilista la possibilità di sostenere velocità più elevate, non avendo traffico davanti a sé. Numerose le ricadute occupazionali ed economiche del progetto. Lungo la rete di strade interpoderali saranno infatti impiegati, per il controllo e la manutenzione dei sentieri, centinaia di disoccupati molisani, che sigleranno con la regione un nuovo contratto di lavoro, per 500 euro al mese lordi, denominato “contratto diversamente a progetto” (Codipro l’acronimo). I lavoratori saranno tutti vestiti secondo la tradizione molisana ed anche loro saranno riconoscibili dallo scudo rosso con fascia bianca simbolo della nostra autonomia. In ogni casello di stazionamento dei lavoratori ci sarà anche lo slogan prescelto “dopo 50 anni ci hanno lasciato sto scudo!”. Oltre ad utilizzare per la ricettività la rete di alberghi diffusi già prevista da numerosi provvedimenti regionali saranno avviati progetti per finanziare anche i Moligrill, secondo la filosofia dello slow food. In pratica saranno case coloniche in cui massaie del posto serviranno caffè, dolci di casa, vino sfuso e panini con prodotti tipici del posto agli automobilisti locali. Le massaie poi disporranno anche di alcune taniche di benzina e di diesel per effettuare un rifornimento informale alle auto di passaggio. Anche la sanità e la salute dei viaggiatori sarà tutelata, ma sempre tenendo conto del difficile contesto in cui opera il sistema sanitario regionale. Per cui, lungo la rete di strade interpoderali ci saranno dei presidi curativi, presidi “slow care”, denominati “lento soccorso”. Si tratta di spazi dotati di un letto, un comodino, un rosario ed un gigantografia della Madonna. Sulle pareti anche immagini bucoliche del Molise e dei suoi verdi prati. Il malato potrà distendersi sul lettino e sprofondare in una profonda meditazione, cercando di sprigionare in sé le capacità di curare i propri malesseri. La filosofia è quella che ciascuno è il miglior medico per se stesso e quindi il medico non serve più. Ci saranno anche dei cestini di mele molisane, capaci di allontanare con frequenza quotidiana il professionista della salute. Se poi il paziente non riesce a trovare in sé il seme della guarigione nel presidio sono disponibili anche dei gratta e vinci. Se il paziente dopo aver grattato trova sui biglietti la faccia di tre dottori sorridenti si aggiudica una chiamata al 118 e la possibilità di un ricovero in un’ospedale tradizionale. Questi sono i capisaldo dell’innovativo progetto, un progetto su cui tutta la nostra classe dirigente punta per far fare il salto decisivo al Molise verso la modernità, un Molise modernamente diverso.