“Rifiuti tossici in Molise? Sono anni che lo diciamo”

michmignogLa parola al collega Michele Mignogna, tra i primi a denunciare traffici illeciti in Molise.

Rifiuti tossici: sembra che qualcuno abbia aperto il vaso di “Pandora”. Da qualche giorno non si parla d’altro, anni di rivelazioni, racchiuse nel verbale di 40 pagine dell’audizione del collaboratore di giustizia Carmine Schiavone, davanti alla Commissione d’inchiesta parlamentare sui rifiuti (risalente al 7 ottobre 1997) reso pubblico solo ora su decisione dell’ufficio di presidenza della Camera dei deputati. Ebbene in Molise quel vaso era stato aperto gia’da qualche anno, ma evidentemente non si rie’ tenuto che le fonti fossero autorevoli, perche’ nulla e’ cambiato e nessuno si e’ mosso.

La politica nostrana apre le “task force” e a suon di mozioni e interrogazioni pensa di risolvere la situazione, ci vuole ben altro. Facciamo un passo indietro e analizziamo la vicenda con il collega Michele Mignogna, che oltre ad essere stato tra i primi a denunciare fatti illeciti su suolo molisano ha dovuto affrontare le conseguenze di minacce di morte.
Michele, oggi dire avevo ragione, è una magra consolazione. Ci si meraviglia che di rifiuti tossici la nostra piccola regione sembra esserne contagiata da anni…
“In effetti i giornalisti locali che fanno inchiesta non solo non vengono creduti ma anche derisi. Io non sono meravigliato, io come altri colleghi abbiamo scritto di queste cose per anni. Leggere ed analizzare ciò che succede con la mala vita organizzata a livello nazionale è abbastanza semplice, nel momento in cui un grande business ha avuto a che fare con i rifiuti allora bisognava porre attenzione al territorio. Anche se a dire il vero il Molise ha sempre avuto a che fare con certi gruppi, non si può negare che alcuni movimenti su questa regione sono avvenuti. Noi abbiamo denunciato movimento strani nel venafrano, nell’isernino, nel Basso Molise, non sappiamo in che misura ma ci sorge un dubbio, tutte le malattie in considerevole aumento in Molise sono dovute soltanto ai Nuclei industriali con “particolari” lavorazioni o anche perchè su alcuni terreni sono stati interrati rifiuti pericolosi che incidono sulla salute?”
Proprio riguardo all’aumento di malattie, più volte ho cercato di capire il perchè il Molise non avesse ancora un Registro dei Tumori, ma la risposta è stata ” ci stiamo lavorando”, forse perchè non è ritenuto così importante?
Con il registro dei Tumori il monitoraggio permetterebbe di capire quali patologie sono più frequenti e qual’è l’incidenza in una certa zona. In effetti è una domanda che mi faccio anch’io e sarebbe interessante che qualcuno dia delle risposte. L’incarico è stato dato, è stata messa su un’equipe ma non si capisce perchè tutto sia fermo. E’ importante anche perchè l’età anagrafica di chi si ammala di tumore si è abbassata notevolmente, c’è un elevato tasso di leucemie infantili che non è da sottovalutare”.
E’ arriviamo agli organi preposti per il monitoraggio ambientale…
Infatti, diventa importante il ruolo dell’Arpa, che non può continuare a fare il carrozzone, non può continuare a verificare la salmonella o gli ascensori dei palazzi, siamo in piena, aimè da anni, emergenza ambientale. l’Arpa deve tornare a fare l’Arpa, con gli stivali sul territorio e iniziare se necessario a scavare. Definiamo i ruoli abbiamo l’Asrem per controllare i batteri l’Arpa torni sul territorio. Se dei giornalisti sono venuti a sapere che camion contenenti materiale tossico sono entrati in Molise, ci chiediamo come nessuna altro lo sapesse?”.
Michele, se il caso Schiavone non fosse stato reso pubblico oggi si continuerebbe a negare l’evidenza.
Sono completamente d’accordo con te, è così. Ti faccio un breve esempio, quando mi arrivarono le minacce, due anni fa, fu organizzata agli inizi di luglio una giornata di solidarietà per la stampa, in quella occasione dissi pubblicamente che sarebbe successo qualcosa di grosso a causa di movimenti particolari, dopo circa un mese fu scoperto un carico d’armi a Termoli, ma nessuno sembrò prestarmi attenzione. Allora bisogna capire se vogliamo continuare a parlare dell’isola felice incontaminata e la gente continua a morire, oppure bisognerebbe pensare che anche il Molise è uno dei siti scelti da mafia e ndrangheta. Per la malavita organizzata non esistono confini, e non parliamo di questo per fare allarmismo. Pensiamo che Paolo De Chiara non si è svegliato una mattina e per capriccio è andato a filmare un terreno di ettari di terra dove sicuramente è stato interrato qualcosa di molto strano, anzi fa il suo lavoro di ” raccolta di informazioni” come stiamo facendo noi in questo momento, diamo informazioni a chi ha la pazienza di leggerci, ma non si può far finta che non è successo nulla precedentemente. Vorrei ricordare le battaglie fatte da Italo Di Sabato, quando era Consigliere regionale, ci siamo scordati dei rifiuti nucleari a Castelmauro? Dalla questione Cosib? Del percorato che arrivava dalla terra dei fuochi? Studiosi a livello nazionale non sono riusciti a capire cosa ci fosse nella discarica di Rivolta del re e il Molise era pronto ad accogliere quelle sostanze? Degli inceneritori e delle discariche? Sui rifiuti sono stati costruiti patrimoni economici inestimabili”.
A questo punto non posso non fare un accenno anche alla discarica di Montagano, in cui si è ipotizzato lo smaltimento o lo stoccaggio di rifiuti illeciti.
Questo e’ un altro tassello della catena del ciclo di smaltimento dei rifiuti. La malavita cerca luoghi dove bruciare. C’ e’ bisogno poi di punti di stoccaggio, e non e’ impensabile che proprio quella discarica potesse essere proprio questo. Ricordiamo proprio lo stoccaggio di ecoballe fatto prima a Montagano e poi fatte sparire“.
Concludiamo con la domanda che ci stiamo facendo i politici che oggi aprono le task force, a livello nazionale e regionale, fin’ora dove sono stati?
Esattamente, a livello nazionale il famoso documento secretato, non lo ha visto solo il Presidente della Repubblica, le commissioni antimafia avevano accesso a quei documenti, possibile che tutti hanno deciso di tacere? Come bisognerebbe reagire? Capire chi e come e grazie a chi è stato avvelenato anche il Molise. A cosa serve oggi il gruppo di lavoro messo in campo da Frattura? Metta a lavorare i tecnici dell’Arpa, si trovi il modo per monitorare , capire e bonificare i terreni avvelenati”.

Mariateresa Di Lallo

(intervista pubblicata su Il Settimanale del Molise venerdì 8 novembre 2013)

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