Rosatellum bis alla Camera: le trappole sul voto in aula. Rosato a Gentiloni: “Serve fiducia”

La riforma potrebbe di nuovo cadere sotto i colpi dei franchi tiratori. Il Pd dopo la riunione di maggioranza spinge sul governo per blindare il testo. Speranza: “Qui si scherza col fuoco”. M5s: “Atto eversivo, intervenga Mattarella”

di MONICA RUBINO  www.corriere.it

Per il Rosatellum bis oggi è il giorno della verità. E l’ipotesi di blindare la riforma con il voto di fiducia si fa sempre più concreta. La legge elettorale, riveduta e corretta, torna nell’aula di Montecitorio alle 15, a quattro mesi dall’incidente sull’emendamento di Micaela Biancofiore, che fece saltare l’accordo tra Pd-Fi-Lega e M5S sul cosiddetto “Tedesco“.

Il voto segreto. Anche questa volta i pericoli sono in agguato. La più grande preoccupazione della maggioranza è che la riforma venga nuovamente affossata sotto il tiro dei franchi tiratori, protetti dai circa 50 voti segreti che potrebbero essere chiesti da chi vi si oppone. Un’incognita a cui Pd, Forza Italia, Ap e Lega (le forze del nuovo patto a quattro sulla legge elettorale) pensano di rispondere con la tecnica parlamentare del “canguro”, ossia con emendamenti predittivi che farebbero cadere automaticamente tutti gli altri. O ricorrendo al voto di fiducia, come afferma il capogruppo dem alla Camera Ettore Rosato (che dà il nome alla legge): “Dopo la riunione di maggioranza ho telefonato al premier Paolo Gentiloni riferendo che è opportuna la fiducia”.

Gli emendamenti. Ne sono stati presentati in tutto 200. Il M5S ne ha depositati 55, fra cui uno con il quale si chiede il vaglio preventivo della Corte costituzionale, senza il quale la legge elettorale non potrebbe entrare in vigore.Mdp ha presentato invece 28 proposte di modifica, tra cui l’introduzione del voto disgiunto e delle preferenze, “a tutela della libertà dell’elettore e contro i nominati”, spiega il deputato di Articolo 1 Alfredo D’Attorre. Altri 18 gli ementamenti di Sinistra italiana-Possibile: anche qui l’inserimento del voto disgiunto, l’eliminazione delle coalizioni e delle liste bloccate nel collegio plurinominale, la riduzione del numero di pluricandidature da 5 a 3, la riduzione delle firme per presentare le liste a sottoscrizione digitale. Nessuna modifica è stata richiesta invece da Ap e Pd, mentre sono 7 gli ementamenti di Forza Italia, fra cui due a firma di Francesco Paolo Sisto che però non incidono minimamente sull’impianto: riguardano infatti le modalità di voto degli italiani all’estero. Niente emendamenti dalla Lega, con il segretario Matteo Salvini che vuole chiudere la partita al più presto, mentre sono 13 le modifiche presentate da Fratelli d’Italia, che chiede un premio di governabilità per chi raggiunge il 40% dei seggi.

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